Influenza, non è finita: oltre 14,5 milioni gli italiani colpiti

Anche Massimo Ciccozzi, autorevole epidemiologo, evidenzia la gravità della situazione
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La stagione influenzale del 2023-2024 ha rappresentato una sfida senza precedenti per il sistema sanitario italiano, coinvolgendo un vasto spettro della popolazione e lasciando un’impronta indelebile sulla salute pubblica. Con oltre 14,5 milioni di persone colpite, compresi i casi di Covid-19, il periodo di osservazione ha evidenziato una crescita significativa dei casi, con circa 226.000 nuove segnalazioni di sindrome simil-influenzale nell’ultima settimana analizzata. Nonostante si sia registrata una lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente, l’incidenza rimane critica, attestandosi a 3,8 casi per mille assistiti.

La fascia più vulnerabile all’influenza

Nell’ultima settimana, dal 22 al 28 aprile, “i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 226.000“, si legge nei report. “In quest’ultima settimana – certifica l’Iss – l’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia” scende con maggiore decisione e “raggiunge la soglia epidemica basale, con un livello pari a 3,8 casi per mille assistiti (4,5 nella settimana precedente)“.

Nei bambini sotto i 5 anni di età l’incidenza è di 11,7 casi per mille assistiti (13,4 nella settimana precedente)“, si legge nell’ultimo bollettino. “In 7 Regioni il livello dell’incidenza è ancora sopra la soglia basale: Lombardia, Pa di Bolzano, Pa di Trento, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna. Valle d’Aosta e Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet”, ricorda l’Iss che rivolge “un grazie a tutti i medici e pediatri, ai referenti regionali e aziendali, ai laboratori di riferimento regionale e al ministero della Salute per il prezioso contributo e per il costante impegno“.

L’opinione degli esperti

Ci dobbiamo aspettare ancora almeno altri 500mila casi, comprensivi di un mix di virus“, è la previsione di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, che fa il punto su quella che “è stata l’influenza peggiore degli ultimi 15 anni“, spiega all’Adnkronos Salute, il cui impatto “sarebbe potuto essere sicuramente minore, in termini di complicanze e mortalità, se fossimo riusciti a vaccinare di più“.

Quella 2023-2024 “è stata una delle più brutte stagioni influenzali, ha toccato il picco di 18 casi per mille pazienti, un numero molto alto. Non è stata banale, perché ha fatto molti decessi” . Sottolinea con l’Adnkronos Salute l’epidemiologo Massimo Ciccozzi. “E poi si è prolungata molto per l’altalena climatica che non ha mandato via né l’influenza né gli altri virus respiratori, pensiamo nei bambini il virus sinciziale respiratorio. Sono problematiche ancora presenti anche se siamo a maggio. Abbiamo avuto un enorme numero di casi rispetto al passato, questo ci deve far ricordare sempre la necessità dei vaccini che vanno fatti ad ottobre e sono raccomandati soprattutto per i fragili e gli anziani“.

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