Primo uomo infettato di Aviaria: ecco quali sono i sintomi

Il paziente ha manifestato i primi sintomi della malattia verso la fine di marzo 2024
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Il primo uomo ad essere stato infettato dal virus dell’influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità ha presentato una serie di sintomi che hanno richiamato l’attenzione della comunità scientifica e dei media internazionali.

La manifestazione principale di questa infezione è stata una congiuntivite con emorragia agli occhi, senza compromettere la vista. Questo individuo, identificato come un dipendente di un’azienda lattiero-casearia texana, è stato oggetto di studio dettagliato da parte degli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, del Texas Department of State Health Services, del Texas Tech University Bioterrorism Response Laboratory di Lubbock, e del Texas Department of State Health Services di Austin, i cui risultati sono stati pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine.

I sintomi dell’aviaria nell’uomo

Il paziente ha manifestato i primi sintomi della malattia verso la fine di marzo 2024. Inizialmente, ha riferito di avvertire arrossamento e fastidio all’occhio destro. Durante l’esame medico, sono state osservate emorragie sottocongiuntivali e drenaggio sieroso nell’occhio. Inoltre, ha negato contatti diretti con animali malati, ma ha rivelato un’esposizione ravvicinata con mucche da latte affette da sintomi simili in altre fattorie della stessa area del Texas settentrionale. Nonostante abbia affermato di aver utilizzato guanti durante il lavoro con gli animali, non ha preso precauzioni aggiuntive come l’uso di mascherine respiratorie o occhiali protettivi.

Dopo il prelievo di campioni congiuntivali e nasofaringei, è stata confermata l’infezione da virus H5N1. Di conseguenza, il paziente è stato immediatamente posto in isolamento domiciliare e trattato con oseltamivir orale, un farmaco antivirale raccomandato per il trattamento dell’influenza. Nonostante il trattamento, il giorno successivo ha riportato un leggero fastidio agli occhi. Un successivo esame ha confermato la persistenza di emorragie subcongiuntivali, anche se non vi era alcuna compromissione della vista. Fortunatamente, nei giorni successivi, la congiuntivite del paziente si è risolta spontaneamente, e i suoi contatti familiari sono rimasti sani.

L’analisi dei campioni biologici ha confermato la presenza del virus H5N1 nel paziente, con ceppi virali correlati a quelli riscontrati nei bovini da latte e negli uccelli selvatici del Texas nel marzo 2024. Gli esperti hanno osservato che, nonostante non siano stati identificati cambiamenti significativi nei recettori virali, è stata riscontrata una mutazione associata all’adattamento del virus ai mammiferi. Tuttavia, al momento, non sono stati individuati marcatori genetici che influenzino la sensibilità ai farmaci antivirali approvati.

Possibile cura dell’aviaria nell’uomo

Infine, un’interessante osservazione è stata fatta riguardo all’emoagglutinina del virus isolato dal paziente. Essa risulta essere simile a quella di due candidati vaccini contro l’A(H5N1), suggerendo la possibilità di utilizzare i ceppi virali isolati per la produzione di vaccini contro l’influenza aviaria, se necessario. Questo potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella preparazione contro potenziali pandemie influenzali future.

L’epidemia di influenza aviaria H5N1 tra i bovini da latte negli Stati Uniti solleva gravi preoccupazioni per la sanità pubblica. La scoperta di un caso umano collegato a questa epidemia sottolinea l’importanza della sorveglianza attiva e della prontezza nel rispondere a potenziali minacce per la salute pubblica. È essenziale mantenere la vigilanza e sviluppare strategie di prevenzione e controllo per proteggere la salute e il benessere della popolazione.

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