Nel vasto e misterioso panorama dell’universo, dove le forze della gravità e della materia si intrecciano, un evento eccezionale ha catturato l’attenzione degli scienziati di tutto il mondo: la formazione di un disco di accrescimento intorno a un buco nero supermassiccio, generato da un tumultuoso incontro con una stella. Ciò che emerge da questo evento sono affascinanti modulazioni nei flussi e nelle temperature dei raggi X, rilevate tramite osservazioni ad alta frequenza durante un evento di disturbo mareale (TDE), un fenomeno in cui un buco nero supermassiccio “inghiotte” una stella nelle sue vicinanze.
Buchi Neri che “inghiottono” le stelle
Questo straordinario evento ha suscitato l’interesse e la curiosità della comunità scientifica, aprendo una finestra senza precedenti sulla complessa interazione tra buchi neri e i loro dischi di accrescimento. Attraverso una serie di osservazioni dettagliate e analisi approfondite, una squadra internazionale di scienziati si è dedicata all’esplorazione di questo fenomeno cosmico senza precedenti, cercando di svelarne i segreti nascosti.
Le loro osservazioni hanno rivelato modulazioni quasi periodiche nei flussi e nelle temperature dei raggi X, distanziati approssimativamente da 15 giorni e persistenti per circa 130 giorni durante la fase iniziale del TDE. Questi dati, raccolti con strumenti avanzati e tecnologie all’avanguardia, rappresentano una testimonianza senza precedenti delle dinamiche che animano questi eventi cosmici estremi.
Il flusso di accrescimento dei Buchi Neri
Ma cosa causa queste variazioni nei raggi X? Gli scienziati hanno ipotizzato che siano dovute alla precessione del flusso di accrescimento, un fenomeno noto come effetto Lense-Thirring. Questo fenomeno, causato dal disallineamento iniziale del disco di accrescimento rispetto al buco nero, induce torques relativistici che portano alla precessione del disco nelle prime fasi dell’evento. Tuttavia, mentre il disco si allinea progressivamente con il buco nero, la precessione gradualmente giunge alla sua conclusione.
Ma le domande non si fermano qui: è solo la precessione di Lense-Thirring che causa questa variazione nei raggi X, o ci sono altri meccanismi fisici in gioco? Gli scienziati esplorano la possibilità che fenomeni come l’instabilità dovuta alla pressione di radiazione possano contribuire a questa modulazione, aggiungendo ulteriori complessità al quadro già intricato di questi eventi cosmici.
Per rispondere a queste domande e approfondire la nostra comprensione di questi fenomeni cosmici estremi, gli scienziati hanno dovuto fare delle ipotesi sui parametri dell’evento TDE. Hanno supposto che la stella coinvolta avesse caratteristiche simili al Sole e che il disco risultante si estendesse al massimo al cosiddetto raggio di circularizzazione. Inoltre, hanno ipotizzato che il disco si comportasse come un corpo rigido, aggiungendo ulteriori dettagli al complesso puzzle di queste dinamiche celesti.
I parametri adimensionali dei Buchi Neri
L’analisi dei dati raccolti durante questo evento straordinario ha portato a una stima dei parametri adimensionali del buco nero, limitandone lo spin tra 0,05 e 0,5. Questi risultati rappresentano un notevole passo avanti nella nostra comprensione dei processi dinamici e complessi che avvengono nei sistemi binari costituiti da buchi neri e stelle. La capacità di monitorare da vicino questi eventi catastrofici e di analizzarli con strumenti avanzati offre preziose opportunità per approfondire la nostra conoscenza dell’universo e dei suoi fenomeni più estremi.
La ricerca continua in questo campo potrebbe non solo illuminare i meccanismi alla base dei TDE, ma anche portare a nuove scoperte sulla natura stessa dei buchi neri e dei loro dischi di accrescimento, aprendo la strada a una nuova era di scoperte cosmiche e di comprensione dell’universo che ci circonda.