La Commissione Finanze del Senato degli Stati Uniti ha annunciato l’espansione dell’indagine sulla casa automobilistica tedesca BMW, accusata di utilizzare componenti elettronici provenienti da un fornitore cinese soggetto a divieto. Il presidente della commissione, il senatore bden, ha rivelato che l’indagine, avviata due anni fa, ha portato alla scoperta che BMW aveva importato negli Stati Uniti almeno 8.000 veicoli Mini Cooper con parti fornite da Sichuan Jingweida Technology Group (JWD), un’azienda cinese vietata da una legge del 2021. BMW avrebbe continuato a importare tali parti fino ad aprile di quest’anno.
Le indagini su BMW
In una nuova lettera inviata a Sebastian Mackensen, CEO di BMW North America, Wyden ha chiesto chiarimenti sulla revisione della catena di fornitura della casa automobilistica per assicurarsi che altri prodotti importati non contenessero componenti di JWD. La lettera richiede risposte entro il 21 giugno, con la domanda specifica: “BMW è sicura di non importare attualmente veicoli contenenti componenti prodotti da JWD?”
Misure adottate da BMW
Il mese scorso, BMW ha dichiarato di aver preso provvedimenti per interrompere l’importazione dei prodotti coinvolti. Questa mossa è una risposta alla Uyghur Forced Labour Prevention Act (UFLPA), una legge approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 2021. La UFLPA mira a impedire l’importazione di beni prodotti con il lavoro forzato nella regione cinese dello Xinjiang, dove si ritiene che la minoranza uigura sia costretta a lavorare in condizioni di sfruttamento. La Cina ha sempre negato queste accuse.
L’espansione dell’indagine da parte del Senato sottolinea la serietà con cui gli Stati Uniti stanno affrontando la questione del lavoro forzato e il rispetto delle leggi che vietano l’importazione di prodotti derivanti da pratiche di sfruttamento. BMW, dal canto suo, dovrà fornire prove concrete del rispetto delle normative per evitare ulteriori conseguenze legali e danni alla propria reputazione.