Oristano: uomo in sedia a rotelle contro il TIR con rotore eolico

Dopo una breve mediazione con la polizia, Salis ha alla fine deciso di liberare la strada, ma non prima di aver attirato l'attenzione dei media sulla sua audace azione di resistenza
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Nella tranquilla città di Oristano, un atto di protesta si è trasformato in un simbolo di resistenza contro lo sviluppo industriale che minaccia il territorio sardo. Luigi Salis, membro del comitato “Ajo stop devastazione Oristano“, ha opposto resistenza per fermare il passaggio di un Tir carico di componenti per pale eoliche.

Il coraggio di Luigi Salis

Questa sera, armato solo della sua sedia a rotelle, Salis si è postato coraggiosamente davanti al cancello del porto industriale, dove un Tir si preparava a trasportare un imponente rotore destinato a una nuova torre eolica. “Ero passato a controllare – racconta Salisquando ho notato che c’erano movimenti nel piazzale dove nei mesi scorsi sono state scaricate le pale eoliche“.

Pochi minuti e sono arrivate le forze dell’ordine che hanno invitato l’uomo a spostarsi. “Mi hanno detto che avrei rischiato una denuncia o il sequestro della mia auto ma non mi sono intimorito – racconta – questa è una battaglia per la nostra terra“.

Con la sua sedia a rotelle come unico scudo, si è posizionato saldamente davanti al Tir, simbolo di una protesta che mirava a fermare ciò che lui e il suo comitato vedevano come un “scempio“.

Dopo una breve mediazione con la polizia, Salis ha alla fine deciso di liberare la strada, ma non prima di aver attirato l’attenzione dei media sulla sua audace azione di resistenza. “Siamo qui per vigilare“, ha sottolineato, promettendo di non permettere il progredire di ciò che considera un danno irreparabile per la loro comunità.

Mentre il Tir si allontanava dal porto industriale, dirigendosi verso il cantiere della società Das Wind, la sua presenza continuava a rimanere un segno tangibile della lotta tra gli interessi industriali e la determinazione locale a difendere il proprio ambiente. Il rotore destinato alla torre eolica, alta quanto un grattacielo di 50 piani, rappresentava non solo un progetto di sviluppo, ma anche una sfida per la comunità locale che non intende arrendersi facilmente.

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