Un’importante scoperta sul sonno REM è stata recentemente pubblicata sul Journal of Neuroscience. Lo studio, frutto della collaborazione tra le università McGill, Padova e Toronto, ha svelato il ruolo fondamentale del recettore MT1 della melatonina nella regolazione del sonno REM. Questo avanzamento potrebbe avere implicazioni significative per il trattamento di disturbi neurodegenerativi come il Parkinson e la Demenza con corpi di Lewy.
La ricerca
Il lavoro di ricerca, intitolato “Selective Enhancement of REM Sleep in Male Rats through Activation of Melatonin MT1 Receptors Located in the Locus Ceruleus Norepinephrine Neurons”, ha identificato il recettore MT1 come il regolatore chiave del sonno REM. Questo recettore è espresso in neuroni specifici, situati nell’area del cervello chiamata Locus Coeruleus, famosa per il suo colore bluastro dovuto ai granuli di melanina. Durante il sonno REM, questi neuroni noradrenergici riducono la loro attività elettrica e diventano silenziosi.
Il sonno REM è cruciale per diverse funzioni fisiologiche, tra cui il sogno, la consolidazione della memoria e la regolazione delle emozioni. La scoperta che un nuovo farmaco può agire selettivamente sui recettori MT1 per aumentare la durata del sonno REM senza influenzare il sonno non-REM rappresenta un significativo progresso. Infatti, circa lo 0,5-1% della popolazione generale soffre di disturbi del comportamento del sonno REM, un fattore di rischio noto per il Parkinson e la Demenza con Corpi di Lewy, condizioni attualmente prive di trattamenti efficaci.
Gabriella Gobbi, principal investigator e professoressa di psichiatria alla McGill University, sottolinea l’importanza della scoperta: “Questa scoperta non solo fa progredire la nostra comprensione sui meccanismi del sonno, ma ha anche un significativo potenziale clinico. Finora il recettore specifico che innesca il sonno REM era sfuggito agli scienziati. Il nuovo studio ha identificato come importante regolatore di questa fase del sonno proprio il recettore MT1 della melatonina situato nel Locus Coeruleus“.
Il sonno umano
Il sonno umano si suddivide in fasi non-REM e REM, ognuna con funzioni distinte. Mentre il sonno REM è essenziale per la memoria e le emozioni, il sonno non-REM favorisce il recupero fisico. Le interruzioni di questo ciclo possono compromettere le funzioni cognitive e aumentare la predisposizione a malattie neuropsichiatriche.
Il nuovo farmaco sviluppato dai ricercatori ha dimostrato di prolungare il sonno REM negli animali da esperimento, riducendo al contempo l’attività dei neuroni del Locus Coeruleus. Stefano Comai, coautore senior della ricerca e professore di farmacologia all’Università di Padova, spiega: “Fino ad oggi non si conoscevano farmaci specificamente mirati a modificare il sonno REM. La maggior parte dei farmaci ipnotici in commercio, pur prolungando la durata totale del sonno, tendono a influenzare negativamente il sonno REM. Con lo studio pubblicato oltre a svelare la specificità del recettore MT1 della melatonina abbiamo scoperto la prima molecola capace di agire selettivamente sul sonno REM senza alterare il sonno non-REM“.
I ricercatori indicano che ulteriori studi sulla neurobiologia e la farmacologia del sonno REM sono essenziali per sviluppare trattamenti mirati. Questo potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative debilitanti. La scoperta apre la strada a futuri sviluppi terapeutici, con la speranza che nuovi farmaci possano emergere per trattare i disturbi del sonno REM e le condizioni neurodegenerative correlate.