Il 12 agosto 1944 l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema

Oggi, il paese è diventato un simbolo della memoria collettiva e della lotta contro l'oblio
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Il 12 agosto 1944, Sant’Anna di Stazzema, borgo toscano, divenne teatro di uno dei più atroci eccidi della Seconda Guerra Mondiale. All’alba, reparti delle SS tedesche, coadiuvati da collaborazionisti fascisti, circondarono il paese, composto in gran parte da donne, anziani e bambini, sfollati dalle città bombardate. I soldati iniziarono a radunare i civili in diverse località del borgo, promettendo loro la salvezza, ma in realtà prepararono un massacro premeditato.

In poche ore, oltre 500 persone vennero brutalmente uccise con mitragliatrici, fucili e granate. I corpi furono poi bruciati, rendendo difficoltoso persino il riconoscimento delle vittime. L’eccidio non risparmiò nessuno: bambini, donne incinte e anziani furono trucidati senza pietà.

Il massacro di Sant’Anna di Stazzema rappresenta una delle pagine più nere della storia. Oggi, il paese è diventato un simbolo della memoria collettiva e della lotta contro l’oblio, con un Parco Nazionale della Pace che ricorda il sacrificio delle vittime e l’importanza di non dimenticare.

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