La pandemia da Covid-19 ha lasciato un’impronta profonda sulle vite di molti, e i più giovani non sono stati esenti dai suoi effetti. Una recente ricerca condotta da scienziati dell’Aarhus University Hospital in Danimarca, insieme all’Università della California a Riverside e all’Università della California a Davis, ha messo in luce come i ricordi del lockdown abbiano influito sul benessere psicologico dei minori. Questo studio, pubblicato sulla rivista Child Development, si è concentrato sui cambiamenti nei ricordi e nella salute mentale dei bambini e degli adolescenti durante e dopo il primo lockdown in Danimarca.
Lockdown e salute mentale
Durante la primavera del 2020, la Danimarca ha imposto la chiusura scolastica a partire dall’11 marzo. Gli studenti delle scuole elementari sono stati costretti a rimanere a casa fino al 17 aprile, mentre quelli delle scuole medie hanno dovuto attendere fino al 18 maggio per riprendere le lezioni. Tuttavia, a causa dell’aumento dei contagi, le scuole sono state nuovamente chiuse dal 17 dicembre 2020 al 6 maggio 2021, e le restrizioni hanno incluso isolamento sociale, divieto di assembramenti e l’uso obbligatorio di dispositivi di protezione.
Gli studiosi hanno esaminato come i ricordi personali legati al lockdown fossero correlati alla salute mentale dei ragazzi di età compresa tra otto e 16 anni, valutando i partecipanti in tre momenti diversi: giugno 2020, gennaio 2021 e giugno 2021. I risultati hanno rivelato che i ricordi negativi del lockdown avevano un impatto maggiore sulla salute psicologica delle ragazze adolescenti rispetto ai ragazzi.
Tiril Fiellhaugen Hjuler, una delle ricercatrici principali, ha dichiarato: “Abbiamo codificato i ricordi per contenuti come il tono emotivo, i dettagli episodici e le informazioni semantiche e fattuali su Covid-19. I dati evidenziano che la salute mentale di bambini e adolescenti è diminuita nel tempo, con gli effetti peggiori riscontrati tra le ragazze più grandi. Il nostro lavoro suggerisce che il modo in cui bambini e adolescenti ricordano e riflettono sui momenti difficili, come i lockdown, potrebbe influenzare la loro salute mentale nel tempo.”
Lo studio ha rivelato che, sorprendentemente, il contenuto emotivo negativo dei ricordi è diminuito nel tempo. “Ci aspettavamo che il peso della pandemia avesse aumentato le sensazioni negative,” osservano le autrici. “Ma dato che abbiamo esaminato i ricordi del primo lockdown, abbiamo ipotizzato che altre esperienze siano diventate più dominanti ed emotivamente rilevanti. Inoltre, poiché durante i lockdown i bambini e gli adolescenti erano limitati dalla socializzazione di persona e non potevano lasciare la propria residenza per lunghi periodi di tempo, le loro esperienze sono diventate meno uniche e più schematizzate.”
Hjuler conclude sottolineando l’importanza di futuri studi: “Nei prossimi studi sarà importante valutare come le informazioni fattuali ed episodiche nei ricordi personali potrebbero essere collegate all’adattamento psicologico e alla capacità di assestamento di bambini e adolescenti in tempi difficili. Questi dati saranno utili a capire se i cambiamenti radicali che si sono verificati nella vita di bambini e adolescenti possano aver provocato alterazioni a lungo termine nel loro benessere psicologico.”
In definitiva, questo studio offre spunti preziosi per comprendere meglio come i ricordi del lockdown influenzino la salute mentale dei più giovani e sottolinea la necessità di supporto adeguato per affrontare le conseguenze psicologiche di eventi così straordinari.