Morso del ragno violino: i rischi e cosa fare per proteggersi

La tossicologa sui rischi del morso da ragno violino: “nel 70% dei casi non causa danni gravi”
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La morte di un giovane pugliese di 23 anni a seguito del morso di un ragno violino ha riacceso i riflettori su questa specie da sempre presente in Italia: è possibile trovarlo ovunque ci siano anfratti polverosi, nei quali ama nascondersi. Descritto come una specie non aggressiva, “se non è disturbato tende ad allontanarsi. Può restare nascosto e reagisce mordendo solo se ci si avvicina troppo e si sente minacciato. Il suo morso è generalmente molto rapido e nel 70% dei casi non causa danni gravi, dice all’ANSA la tossicologa Donata Favretto, dell’Università di Padova.

Il nome scientifico del ragno violino è Loxosceles rufescens. È piccolo: il suo corpo ha dimensioni inferiori al centimetro e nella parte anteriore ha una macchia che ricorda la forma di un violino; con le zampe raggiunge le dimensioni di 4-5 centimetri. Non è comunque facilmente riconoscibile e non ha un colore appariscente; inoltre ha abitudini notturne.

I rischi e cosa fare per proteggersi

La prima regola per prevenire il morso del ragno violino è utilizzare guanti e proteggere braccia e gambe se si deve lavorare in ambienti polverosi, dove il ragno potrebbe facilmente nascondersi. “Quando il ragno violino morde – prosegue Favretto – generalmente inietta poco veleno e si forma un ponfo che regredisce spontaneamente”. La sensazione è poco più forte rispetto alla puntura di una zanzara.

La letteratura scientifica riporta che in un caso su tre il ragno violino riesce a iniettare una tossina”. Quando questo accade, a distanza di 24-48 ore possono comparire delle lesioni che, se trascurate, formano un’ulcera, distruggendo i tessuti circostanti. “Possono essere necessari mesi prima di guarire e in alcuni casi bisogna asportare chirurgicamente il tessuto“, osserva Favretto. Inoltre, “se l’ulcera non è curata per tempo, la morte cellulare si estende e la gangrena porta a infezioni secondarie e ad altre patologie”.

Quando compare la lesione, prosegue la tossicologa, la regola è lavarla, quindi proteggersi con un antinfiammatorio e osservare come si evolve: inizialmente rossa, con il tempo la lesione tende a diventare sempre più scura. Quando si osservano questi cambiamenti è consigliabile rivolgersi a un centro antiveleni.

I casi fatali sono comunque rari ed è sempre difficile mettere in relazione il decesso con il morso, considerando l’intervallo di tempo necessario prima che compaia la lesione. Il primo caso di morso fatale è stato descritto in Italia nel 2015. “Generalmente – osserva l’esperta – è difficile attribuire gli effetti al ragno violino se non si vede il ragno subito dopo il morso”.

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