Le meteore sono da sempre un fenomeno affascinante. Vedere una palla di fuoco attraversare il cielo notturno è un’esperienza rara e spettacolare, che spesso lascia gli spettatori in uno stato di meraviglia. Tuttavia, alcune persone non si limitano a vedere le meteore: sostengono anche di sentirle. Questa combinazione di vista e suono è un fenomeno che ha sollevato interrogativi e discussioni per secoli. Mentre le spiegazioni più ovvie sono state smentite, il mistero persiste e la causa esatta dei suoni delle meteore rimane ancora oggetto di dibattito.
La storia dei suoni delle meteore
I racconti di persone che affermano di sentire il passaggio delle meteore risalgono a più di mille anni fa. Nei tempi antichi, quando la natura delle meteore era sconosciuta, questi racconti venivano accettati senza troppe domande. Ma con il progredire della scienza e con la comprensione che le meteore sono rocce che bruciano nell’atmosfera terrestre, gli scienziati iniziarono a mettere in dubbio la validità di questi resoconti. Dopo tutto, il suono viaggia molto più lentamente della luce; quindi, se una meteora producesse un suono, questo dovrebbe raggiungere gli osservatori con un ritardo significativo rispetto alla luce visibile.
Le risposte ovvie: perché non funzionano
Le meteore luminose, come quelle che possono essere viste brillare quanto una mezza luna, sono causate da detriti spaziali che entrano nell’atmosfera terrestre e si incendiano a causa della frizione. Questo processo avviene ad altitudini molto elevate, generalmente tra i 75 e i 120 chilometri sopra la superficie terrestre. A queste altitudini, qualsiasi suono prodotto dall’interazione del detrito con l’atmosfera dovrebbe impiegare diversi minuti per raggiungere la Terra, creando un ritardo notevole rispetto alla luce visibile, che invece viaggia quasi istantaneamente verso i nostri occhi.
Eppure, i rapporti di persone che “sentono” le meteore suggeriscono che il suono viene percepito simultaneamente alla vista del flash luminoso. Questo fenomeno è stato a lungo scartato come un’illusione sensoriale o un esempio di sinestesia, una condizione in cui la stimolazione di un senso provoca esperienze involontarie in un altro, come vedere colori quando si ascolta la musica. Persino Edmond Halley, noto astronomo, descrisse i resoconti di suoni associati alle meteore come “l’effetto della pura fantasia“.
La svolta: prove di suoni reali
Nonostante lo scetticismo, nel 1978 un evento meteorico nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, cambiò la percezione del fenomeno. Diverse persone riferirono di aver sentito suoni durante l’avvistamento di una meteora eccezionalmente luminosa. La diffusione e l’indipendenza di questi rapporti portarono il fisico Colin Keay dell’Università di Newcastle a riconsiderare l’ipotesi che i suoni fossero solo illusioni.
Questa possibilità divenne ancora più plausibile nel 1998, durante una pioggia di meteore delle Leonidi. Nonostante non abbia raggiunto l’intensità prevista di più di 500 meteore all’ora, l’evento produsse alcune meteore estremamente luminose sopra la Mongolia. Suoni distinti furono registrati da microfoni simultaneamente alle osservazioni visive, fornendo prove tangibili che i suoni delle meteore potrebbero essere reali e non frutto dell’immaginazione.
Le teorie sulle cause dei suoni delle meteore
Se il suono delle meteore è reale, come può viaggiare quasi istantaneamente verso gli osservatori sulla Terra? Keay propose che le onde radio a bassissima frequenza, spesso generate da meteore particolarmente luminose, potrebbero essere la chiave. Queste onde radio, suggerì, potrebbero stimolare oggetti vicini agli osservatori sulla Terra, causando vibrazioni che producono suoni percepibili. Keay dimostrò che onde radio a bassissima frequenza potevano far vibrare oggetti leggeri, come aghi di pino e capelli umani, generando suoni udibili.
La teoria del riscaldamento termico
Un’altra possibile spiegazione venne proposta nel 2017 dai ricercatori del Sandia National Laboratory. Essi osservarono che le luci intense, come quelle prodotte dalle meteore, possono riscaldare rapidamente gli oggetti abbastanza da farli muovere e produrre suoni. Questo fenomeno era stato notato per la prima volta da Alexander Graham Bell nel 1880, sebbene in relazione alla luce solare intensa piuttosto che alle meteore. Il team di Sandia dimostrò che oggetti come capelli umani potevano produrre un fruscio udibile quando esposti a luce intensa di determinate frequenze.
Problemi con le teorie esistenti
Nonostante queste spiegazioni, ci sono ancora delle incongruenze. Ad esempio, le meteore di magnitudine -6,5, che sono abbastanza luminose ma non eccezionalmente brillanti, hanno prodotto suoni registrati durante la pioggia delle Leonidi del 1998. Questo suggerisce che non tutte le meteore rumorose emettono luce sufficiente a causare il riscaldamento termico necessario per la produzione di suoni, mettendo in dubbio la teoria del riscaldamento termico come unica spiegazione.
Inoltre, l’assenza di onde radio a bassissima frequenza registrate durante altri studi sulle meteore suggerisce che anche la teoria delle onde radio potrebbe non essere completamente corretta. Il team che registrò i suoni delle meteore delle Leonidi propose che questi suoni potrebbero essere causati da fenomeni atmosferici, come la separazione di carica causata dal passaggio della meteora, piuttosto che dalla meteora stessa.
Sebbene ci siano diverse teorie plausibili, manca ancora una prova definitiva che confermi una delle spiegazioni. Il fenomeno è difficile da studiare a causa della sua natura imprevedibile e della rarità degli eventi meteorici luminosi che producono suoni udibili. Tuttavia, ogni nuovo avvistamento e ogni nuova registrazione ci avvicinano un po’ di più alla comprensione di questo affascinante mistero del cielo notturno. Fino ad allora, il motivo per cui alcune persone sentono questi fenomeni rimarrà uno dei grandi enigmi non risolti della scienza moderna.