Clima estremo: anche i ricchi nel mirino, ma i poveri pagano il prezzo più alto

"Nei prossimi 20 anni, i cambiamenti climatici aumenteranno i rischi economici derivanti da condizioni meteorologiche irregolari"
MeteoWeb

In un recente studio condotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), i ricercatori hanno esaminato come gli eventi meteorologici estremi, sempre più intensificati dal riscaldamento globale, influenzino la produzione e i consumi globali, con particolare attenzione ai diversi gruppi di reddito. I risultati confermano quanto già emerso in studi precedenti: le popolazioni più povere sono le più vulnerabili agli impatti economici dei cambiamenti climatici. Tuttavia, un dato sorprendente emerge dall’analisi: “il rischio per i più ricchi sta crescendo più rapidamente“.

Impatti economici del clima

Anche le economie in transizione, come quelle di Paesi emergenti quali Brasile e Cina, si rivelano particolarmente esposte a impatti gravi e a conseguenze commerciali negative. Tra le nazioni più colpite, proprio queste ultime affrontano i rischi più elevati, principalmente a causa della volatilità climatica e degli effetti dannosi che ne derivano per il commercio internazionale. Man mano che il riscaldamento globale prosegue, si prevede che tali rischi diventeranno ancora più pronunciati in molte parti del mondo, provocando effetti a catena lungo le filiere di approvvigionamento globali e influenzando la disponibilità di beni e servizi a livello mondiale.

Secondo Anders Levermann, scienziato del PIK, “nei prossimi 20 anni, i cambiamenti climatici aumenteranno i rischi economici derivanti da condizioni meteorologiche irregolari”. Sebbene i più poveri continuino a essere i soggetti maggiormente a rischio, Levermann evidenzia che “l’aumento del rischio economico è più forte per i ricchi, in Paesi come gli Stati Uniti e l’Unione Europea“. A prescindere dal livello di reddito, i consumatori di tutto il mondo si troveranno a dover affrontare sfide sempre più complesse causate dal cambiamento climatico. “Senza una transizione verso la neutralità del carbonio, alla fine non saremo in grado di affrontare queste sfide“, avverte Levermann.

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