Emmanuelle Charpentier sarà Laureata ad honorem dell’Università di Bologna

La scienziata, premio Nobel per la Chimica nel 2020 e nota per aver sviluppato uno degli strumenti più avanzati della tecnologia genetica, riceverà la Laurea ad honorem in Scienze e Tecnologie Agrarie dell'Alma Mater
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Si svolgerà venerdì 27 settembre, alle 16.30, nell’Aula Absidale di Santa Lucia (Via de’ Chiari, 25a – Bologna) e in diretta streaming su Youtube, la cerimonia di conferimento della Laurea ad honorem a Emmanuelle Charpentier, biochimica, genetista e microbiologa francese, premio Nobel per la Chimica nel 2020. Un riconoscimento che arriva da parte dell’Ateneo per celebrare i suoi contributi rivoluzionari alla scienza, in particolare nel campo della biologia molecolare e della genetica.

Ad aprire la cerimonia, il Rettore Giovanni Molari con i saluti istituzionali. A seguire, prenderanno la parola il prof. Silvio Salvi, docente di Genetica agraria, e la Direttrice del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari Rosalba Lanciotti.

Dopo la consegna della Laurea, Emmanuelle Charpentier terrà una lectio magistralis.

Conferire a Emmanuelle Charpentier una laurea ad honorem significa non solo riconoscere il suo straordinario percorso scientifico, ma anche onorare una visione della scienza che trasforma l’umanità. Le sue ricerche sull’editing del genoma hanno rivoluzionato le scienze della vita, contribuendo a sviluppare terapie innovative contro il cancro e le malattie ereditarie. Allo stesso tempo, nel settore agrario, hanno offerto nuove opportunità per sviluppare nuove varietà di piante coltivate adatte a sistemi produttivi più sostenibili e resilienti al cambiamento climatico.

Oggi direttrice del Max Planck Unit for the Science of Pathogens di Berlino, Emmanuelle Charpentier ha ricevuto, assieme alla Prof.ssa Jennifer Doudna (Università della California – Berkeley), il Premio Nobel per la Chimica 2020 per aver sviluppato uno degli strumenti più avanzati della tecnologia genetica: il sistema di editing genomico basato sulla tecnica CRISPR/Cas9.

Questo metodo permette di modificare con precisione il DNA in organismi viventi, aprendo possibilità senza precedenti per la medicina, l’agricoltura e molte altre discipline. Un lavoro che rappresenta uno degli avanzamenti scientifici più importanti del XXI secolo.

La sperimentazione con i sistemi CRISPR/Cas9 è già oggi praticamente onnipresente sia nei laboratori didattici dei corsi di laurea in ambito biologico, biotecnologico, medico o agrario, sia nelle attività di dottorandi e ricercatori operanti nei laboratori di ricerca dell’Alma Mater.

A distanza di pochi anni, la tecnologia sta già letteralmente rivoluzionando le scienze della vita e le applicazioni, siano farmaci o nuove cultivar, stanno già arrivando alla società civile.

Anche il mondo delle organizzazioni professionali in ambito agrario e delle biotecnologie industriali sta promuovendo l’adozione delle tecniche di CRISPR/Cas9 e la stessa Commissione Europea sta ufficialmente preparando una revisione della normativa che regola l’introduzione di queste tecniche nel miglioramento genetico delle coltivazioni agrarie.

Emmanuelle Charpentier, oltre al Premio Nobel, ha ricevuto un altissimo numero di riconoscimenti dalle migliori Università mondiali e oltre 7 lauree honoris causa dalle più prestigiose università internazionali.

Dal 2015 dirige l’istituto di Biologia delle Infezioni della Società Max Planck a Berlino. Dal 2016 è Professore onorario alla Università Humboldt di Berlino.  Nel 2018 ha fondato un istituto di ricerca indipendente, il Max Planck Unit for the Science of Pathogens.

Co-detentrice di diversi brevetti basati sulla tecnica CRISPR-Cas9, Charpentier è cofondatrice con Rodger Novak e Shaun Foy delle società biotecnologiche “CRISPR Therapeutics” ed “ERS Genomics”, che si propongono di applicare tale tecnica in campo biomedico e biotecnologico.

Dal 2013 assume incarichi di insegnamento e ricerca in Germania, presso la Medizinische Hochschule di Hannover (MHH) e l’HelmholtzZentrum für Infektionsforschung di Braunschweig (HZI). Nel gennaio 2014 è la seconda donna nominata Alexander von Humboldt Professor e divide il suo tempo tra i tre istituti di ricerca di Umeå, Hannover e Brunswick.

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