Totò Schillaci, l’indimenticabile attaccante palermitano che fece sognare l’Italia durante le “Notti magiche” degli anni Novanta, è morto a 59 anni. Schillaci da tempo combatteva contro un tumore ed era stato ricoverato presso il reparto di Pneumologia dell’Ospedale Civico di Palermo il 7 settembre, quando le sue condizioni si erano aggravate. Nei giorni successivi sembrava esserci una lieve stabilizzazione, ma ieri il bollettino medico ha annunciato un nuovo peggioramento.
La notizia è stata confermata da fonti dell’Ospedale Civico, dove Schillaci era ricoverato. L’ex attaccante di Juventus e Inter aveva visto un declino significativo nelle ultime settimane, in seguito a due interventi per un tumore al colon, una malattia che lo affliggeva da tempo. Il 7 settembre, a causa del peggioramento del quadro clinico e dell’insorgenza di una polmonite, era stato trasferito nel reparto di Pneumologia.
Nato a Palermo il 1 dicembre 1964, Totò Schillaci era stato sposato due volte, con Rita e Barbara, e lascia tre figli: Jessica, Mattia e Nicole.
Il ricovero e il peggioramento della malattia
Il 7 settembre 2024, Schillaci fu ricoverato presso il reparto di Pneumologia dell’Ospedale Civico di Palermo, dopo un aggravamento del suo quadro clinico. Le sue condizioni di salute si erano deteriorate rapidamente a causa di una polmonite sopraggiunta in un corpo già debilitato da un lungo percorso di sofferenza. L’ex attaccante stava lottando contro un tumore al colon, una malattia con cui combatteva da tempo e che lo aveva costretto a sottoporsi a due interventi chirurgici nelle settimane precedenti.
La situazione sembrava essersi stabilizzata nei giorni successivi al ricovero, lasciando una tenue speranza nei cuori di amici, familiari e fan. Tuttavia, il 17 settembre il bollettino medico ha annunciato un nuovo peggioramento. Il peggioramento delle sue condizioni era ormai irreversibile, e nonostante gli sforzi del team medico, Schillaci si è spento circondato dall’affetto dei suoi cari.
Il tumore al colon di Totò Schillaci
Il tumore al colon, una delle patologie oncologiche più diffuse nel mondo occidentale, è una forma di cancro che si sviluppa a partire dalla mucosa del colon o del retto, facenti parte dell’intestino crasso. Nel caso di Schillaci, la diagnosi era stata emessa già da qualche tempo, ma come per molti pazienti, il decorso della malattia era stato lungo e complesso. Si tratta di un tipo di tumore che spesso progredisce lentamente, manifestando i primi sintomi solo nelle fasi avanzate, il che può rendere più difficile una diagnosi precoce e quindi un intervento tempestivo.
L’importanza della diagnosi precoce del tumore al colon
La diagnosi precoce, attraverso esami come la colonscopia o la ricerca di sangue occulto nelle feci, è cruciale per migliorare le possibilità di guarigione. Tuttavia, nel caso dell’ex calciatore, il tumore era già in uno stadio avanzato quando fu scoperto, richiedendo una serie di interventi chirurgici complessi, come riportato dalle fonti mediche. Schillaci aveva subito ben due operazioni nel tentativo di rimuovere la massa tumorale, ma le complicanze erano state numerose, rendendo la sua battaglia sempre più difficile.
Il tumore al colon può diffondersi ad altri organi, dando origine a metastasi, e sembra che anche per Schillaci il tumore abbia provocato ulteriori complicazioni sistemiche, compromettendo gravemente la sua capacità di reagire. I trattamenti più comuni, tra cui la chemioterapia e la radioterapia, possono essere particolarmente debilitanti per un corpo già messo alla prova da interventi chirurgici importanti, e nel caso di Totò, la situazione si era ulteriormente complicata con l’insorgenza di una polmonite che ha accelerato il peggioramento delle sue condizioni.
Schillaci aveva affrontato il percorso di cura con la stessa determinazione e coraggio che lo avevano reso celebre sui campi di calcio, ma nonostante gli sforzi, le sue condizioni sono precipitate rapidamente. Il suo ricovero in Pneumologia, avvenuto il 7 settembre, è stato l’ultimo atto di una lotta impari, che si è conclusa con la sua scomparsa qualche giorno più tardi.