Ieri, 31 agosto, si è conclusa l’estate meteorologica 2024 e il meteorologo Andrea Vuolo riassume i dati più rilevanti della stagione in Piemonte, in attesa di quelli definitivi ufficiali che saranno forniti da Arpa Piemonte e Società Meteorologica Italiana – NIMBUS. In un dettaglio post pubblicato su Facebook, Vuolo ha evidenziato le due facce dell’estate in Piemonte, inizialmente fresca e piovosa, poi calda, nonché caratterizzata da fenomeni estremi rilevanti.
Nella sua prima parte, la stagione estiva “è stata caratterizzata da una fase fresca e molto instabile specie nelle prime due decadi di giugno (peraltro dopo un mese di maggio eccezionalmente piovoso su tutto il Piemonte), ma seguita poi da un bimestre luglio-agosto molto caldo, pur senza picchi estremi nelle temperature massime assolute, ma il tutto accentuato da un persistente disagio bioclimatico a causa dell’alta umidità relativa presente nei bassi strati dell’atmosfera fino a quote di bassa montagna. Lo zero termico ha raggiunto costantemente e con grande facilità i 4.500 metri, sfiorando – e localmente superando – anche la soglia dei 5.000 metri a inizio agosto, a cui è seguita una rapidissima fusione del manto nevoso che risultava ancora particolarmente significativa sopra i 2.700 metri a fine giugno, dopo una primavera meteorologica estremamente nevosa in quota”, scrive Vuolo.
“In pianura si è registrata una lunga serie di temperature massime costantemente oltre i +30°C (nonché notti tropicali, ovvero con temperature minime giornaliera sopra i +20°C), specialmente nel periodo compreso tra il 14 luglio e il 17 agosto: complessivamente in molte località pianeggianti e di bassa collina poste sotto i 300 metri di quota il superamento della soglia dei +30°C per quanto riguarda la temperatura massima giornaliera sfiora – o talora supera – i 50 giorni nell’intero trimestre estivo 2024”, prosegue il meteorologo.
I fenomeni meteo estremi dell’estate in Piemonte
“È stata un’altra estate funestata, inoltre, da fenomeni meteorologici estremi, quali alluvioni lampo – o flash flood – sui settori alpini (es: 27 giugno 2024 dalle valli di Lanzo all’Ossola), violenti temporali e rovinose grandinate”, scrive Vuolo.
“Emblematici gli episodi temporaleschi di Torino città, probabilmente amplificati dall’effetto isola di calore urbana, che soprattutto il 24 maggio, 2 e 7 agosto 2024, ha favorito episodi di temporali autorigeneranti con chicchi di grandine fino a 4-5 centimetri di diametro in città, accompagnati da accumuli di pioggia fino a 80 millimetri sul singolo evento e raffiche di vento tempestose prossime ai 90km/h. In alcune stazioni meteorologiche del Capoluogo, tra l’1 giugno e il 30 agosto 2024 si sono sfiorati addirittura i 300 millimetri di pioggia (quasi il doppio della media), con l’accumulo pluviometrico annuo che ha già superato i 1.000 millimetri (contro una media annua compresa tra 800 e 900 millimetri in base alla zona). A livello regionale, secondo i dati Arpa Piemonte, tra gennaio e agosto 2024 si registrano ben 998 millimetri di pioggia (+68% rispetto alle media dei primi 8 mesi dell’anno)”, conclude Andrea Vuolo.
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