Oggi a Cali, Colombia, si svolge l’evento principale della COP16 sulla biodiversità, con la partecipazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, 6 capi di Stato e circa 100 ministri. I delegati di 196 Paesi stanno cercando di concordare misure per attuare gli obiettivi dell’accordo di Kunming-Montreal, che include la protezione del 30% del pianeta, la riduzione dei rischi legati ai pesticidi e il mobilitamento di 200 miliardi di dollari all’anno per la natura. Tuttavia, a pochi giorni dalla conclusione della conferenza, le discussioni sono bloccate da rivalità tra Paesi ricchi e in via di sviluppo, in particolare sui finanziamenti. Si sta anche discutendo di come condividere i profitti delle aziende che utilizzano dati genetici provenienti dai paesi in via di sviluppo. Attualmente, solo il 17,6% delle terre e l’8,4% degli oceani sono protetti, mentre la distruzione della natura continua. Nonostante ciò, la COP16 ha messo la crisi della biodiversità sullo stesso piano della crisi climatica. Con oltre 23.000 partecipanti, è la COP sulla biodiversità più grande mai organizzata. Otto paesi sviluppati hanno recentemente promesso di contribuire al Fondo Globale per la Biodiversità, aumentando i finanziamenti disponibili.
COP16, ancora stallo sugli aiuti finanziari dei Paesi ricchi
Con oltre 23mila partecipanti, quella in corso è la COP sulla biodiversità più grande mai organizzata