Durante la Cop16 sulla biodiversità, in corso a Cali, in Colombia, si è tenuto un dibattito, promosso dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), che ha messo in luce il contributo essenziale delle donne nella tutela dell’ambiente e nel raggiungimento della sovranità alimentare.
Francisca Santos, insegnante di ceramica e cantante della comunità indigena Ticuna di San Martín de Amacayacu, nel dipartimento di Amazonas, ha sottolineato il legame tra le donne e la natura. “Il cambiamento climatico è una realtà che sta trasformando il nostro pianeta e ciò che accadrà sarà ancora peggiore. Come donne insegniamo ai nostri figli l’importanza di proteggere i fiumi e la terra, perché tutti dipendiamo da essi“.
Idalmis Acosta Morejón, direttrice per lo sviluppo dell’Istituto di Ricerche Agro Forestali di Cuba (Inaf), ha raccontato il lavoro svolto dal suo istituto, che ha portato “scienza e conoscenza al servizio delle comunità” agricole. “Ogni seme che viene seminato, ogni appezzamento che viene lavorato e ogni frutto che viene raccolto porta con sé la fatica e la dedizione delle donne“, ha aggiunto, evidenziando il ruolo delle donne nei processi agricoli.
Anche Mayra Alejandra Quintero, rappresentante della popolazione Wayúu e maestra artigiana, ha ribadito l’importanza della trasmissione culturale al femminile. Le donne Wayúu, ha spiegato, sono “custodi” delle tradizioni e detentrici di “conoscenze ancestrali riguardanti la cura dell’ambiente” che vengono tramandate ai figli con l’obiettivo di “assicurare che la nostra cultura duri“.
Questi interventi hanno rafforzato l’idea che la partecipazione delle donne sia fondamentale per affrontare le sfide ambientali e climatiche globali, dimostrando come il loro sapere e impegno siano una risorsa indispensabile per le comunità e il pianeta.