Negli ultimi anni, il settore assicurativo ha vissuto una profonda trasformazione a causa dell’aumento dei danni legati agli eventi naturali. Il cambiamento climatico, infatti, ha portato a una crescente frequenza e intensità di fenomeni atmosferici estremi, costringendo le compagnie di assicurazione a rivedere le loro strategie. Oggi, molte aziende stanno operando un “repricing” delle polizze danni sulle proprietà immobiliari, un processo che consiste nell’aumentare i premi delle polizze esistenti, spesso dopo la disdetta e il rinnovo a condizioni diverse.
L’inizio di una nuova era per le assicurazioni immobiliari
In Italia, sebbene le polizze clima obbligatorie per le imprese siano ancora in attesa del decreto interministeriale che dovrebbe sancirne la partenza, molte compagnie hanno già iniziato a modificare le loro politiche tariffarie sulle assicurazioni per i danni immobiliari sottoscritte dalle famiglie. Questo fenomeno si deve a un allarmante dato tecnico del settore “property”, che include polizze contro incendi e danni causati da fenomeni naturali.
Secondo gli ultimi dati, l’anno scorso il comparto “property” ha registrato una perdita tecnica di 1,4 miliardi di euro, una cifra che evidenzia l’impatto economico devastante degli eventi atmosferici estremi. Le polizze di assicurazione, che una volta coprivano questi rischi a un costo relativamente contenuto, sono diventate insostenibili per le compagnie senza una revisione dei premi.
Una delle compagnie che ha reso noto il processo di repricing è Reale Mutua, che in una comunicazione ai propri clienti ha affermato: “Stiamo assistendo al ripetersi di sempre più gravi eventi atmosferici causati dai cambiamenti climatici che generano significativi danni economici“. La compagnia, guidata da Luca Filippone, ha spiegato che questo nuovo scenario comporta un aumento dei costi sostenuti anche dal settore assicurativo. In una comunicazione ufficiale relativa alla disdetta e al rinnovo delle polizze con premi maggiorati, Reale Mutua ha inoltre evidenziato l’effetto dell’aumento dell’inflazione.
L’impatto della riassicurazione e l’esposizione ai rischi climatici
Non è solo Reale Mutua a operare questo tipo di cambiamento. Molte altre compagnie attive in Italia stanno seguendo la stessa strada, ricorrendo alla cosiddetta “riforma del contratto” per disdire le polizze alla loro scadenza e rinnovarle con premi maggiorati. Tale strategia si rende necessaria alla luce delle ingenti perdite registrate dal settore. La relazione annuale dell’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) indica che, nonostante il ricorso alla riassicurazione, il comparto “property” ha subito una perdita di 1,3 miliardi di euro solo nel ramo “incendio ed elementi naturali“. Il combined ratio, cioè il rapporto tra i sinistri e i premi raccolti, ha raggiunto il 252,8%, mentre il loss ratio, relativo agli eventi calamitosi, è salito al 214,6%.
Un esperto del settore ha dichiarato che, fino a pochi anni fa, il rischio di eventi calamitosi nelle polizze danni italiane era ampiamente sottovalutato. Tuttavia, il crescente costo delle catastrofi naturali ha costretto le compagnie a ripensare alle loro politiche di pricing. Ad esempio, l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2023 ha rappresentato un duro colpo per le compagnie assicurative, e gran parte dei costi sono stati sostenuti dai riassicuratori internazionali. A loro volta, questi ultimi hanno cominciato ad aumentare i premi che chiedono alle compagnie assicurative per coprire i rischi di eventi simili in futuro.
Il divario di protezione assicurativa in Italia
Un altro aspetto rilevante di questa vicenda riguarda il basso livello di copertura assicurativa in Italia per i rischi legati agli eventi naturali. Maria Bianca Farina, presidente dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), ha recentemente sottolineato l’esistenza di un notevole “divario di protezione assicurativa” nel nostro Paese. Solo il 6% delle abitazioni italiane è assicurato contro i rischi di alluvione e terremoto, un dato che evidenzia la vulnerabilità del patrimonio immobiliare italiano di fronte a eventi climatici sempre più devastanti.
Secondo Farina, la soluzione migliore sarebbe promuovere una maggiore mutualità, ovvero aumentare il numero di polizze catastrofali attive in modo da distribuire il rischio su una base più ampia. Se il 100% delle abitazioni fosse coperto da assicurazioni contro i disastri naturali, i premi per le imprese potrebbero ridursi fino al 60%. Tuttavia, fino a quando non si raggiungerà una copertura assicurativa più diffusa, i consumatori italiani continueranno a subire aumenti nei premi, come parte del repricing in atto.
L’aumento dei premi per le polizze immobiliari rappresenta una sfida importante per le famiglie italiane, che si trovano a dover far fronte a costi sempre più elevati per proteggere le loro abitazioni da rischi che in passato erano considerati remoti. Il cambiamento climatico sta rimodellando il panorama delle assicurazioni, obbligando le compagnie a rivedere le proprie strategie per garantire la sostenibilità economica del settore.