Raddoppiano i container sull’Artico: il nuovo volto del commercio marittimo tra Cina e Russia

Le rotte che connettono l’Oceano Atlantico con l’Oceano Pacifico attraverso il Mar Glaciale Artico potrebbero rappresentare un’alternativa strategica da non sottovalutare
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L’Artico, un tempo considerato una frontiera ghiacciata e inaccessibile, sta vivendo una trasformazione radicale. I recenti sviluppi nel trasporto marittimo artico, sostenuti dall’aumento degli investimenti da parte di Cina e Russia, indicano che il futuro delle rotte artiche si preannuncia denso di opportunità e sfide. Mentre il ghiaccio continua a sciogliersi a causa dei cambiamenti climatici, il volume delle merci trasportate attraverso queste rotte ha mostrato una crescita esponenziale, con previsioni che suggeriscono che entro il 2030 potrebbero transitare almeno 200 milioni di tonnellate di merci.

La svolta si è concretizzata solo sei anni fa, quando la compagnia danese Maersk ha inviato la sua prima nave portacontainer attraverso il Mar Glaciale Artico. Questo passaggio ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nel commercio globale, che sta crescendo a un ritmo più rapido del previsto. Le crisi nei canali di Suez e Panama hanno ulteriormente incentivato l’uso delle rotte artiche, rendendole sempre più attrattive per i commercianti internazionali. Secondo il Center for High North Logistics, una fondazione norvegese dedicata allo studio delle soluzioni logistiche nella regione artica, fino al 30 settembre 2024 sono stati effettuati 79 viaggi, confermando una tendenza positiva nel traffico marittimo.

Nel 2023, le rotte artiche hanno registrato un transito di 36,2 milioni di tonnellate di merci, e le proiezioni per il 2024 indicano numeri ancora più alti, nonostante la stagione estiva sia stata più breve rispetto agli anni precedenti. Attualmente, il trasporto marittimo artico continua a macinare record, ma è importante notare che, sebbene i dati siano incoraggianti, il volume complessivo del commercio globale ammonta a ben 13,5 miliardi di tonnellate all’anno. Ciò significa che, nonostante il potenziale delle rotte artiche, esse rimangono ancora una nicchia nel contesto commerciale mondiale.

Le rotte artiche: un’alternativa strategica

Le rotte che connettono l’Oceano Atlantico con l’Oceano Pacifico attraverso il Mar Glaciale Artico potrebbero rappresentare un’alternativa strategica da non sottovalutare. Questa opportunità emerge in un contesto di cambiamenti climatici e di crescente tensione politica internazionale. Se il trend attuale continuerà, è possibile che i porti italiani si trovino a dover fronteggiare una nuova realtà commerciale, potenzialmente esclusi da alcune rotte di transito.

Cina e Russia si stanno affermando come i principali motori di sviluppo della Northern Sea Route. Mosca utilizza questa rotta per esportare petrolio e gas verso Pechino, mentre la Cina cerca di ridurre la propria dipendenza dallo stretto di Malacca, un passaggio strategico e, al contempo, vulnerabile. Nel corso dell’estate 2024, per la prima volta, la Cina ha inviato tre navi rompighiaccio per una missione al largo dell’Alaska, sottolineando l’importanza di questa partnership strategica. Attualmente, Cina e Russia controllano il 95% del trasporto marittimo sulle rotte artiche, con un focus predominante su petrolio, gas, minerale di ferro e carbone, per un totale di 2 milioni di tonnellate.

La crescita della flotta di container è un ulteriore segnale dell’espansione delle rotte artiche. Nel 2023, sono stati effettuati sette collegamenti, ma nel 2024, nonostante una stagione estiva più breve, il numero è raddoppiato, raggiungendo quattordici viaggi. Durante questi viaggi, le navi cargo hanno trasportato circa 150.000 tonnellate di merci. Sebbene questa cifra possa apparire modesta se confrontata con i volumi che transitano attraverso Suez, è significativo considerare che le rotte artiche sono operative solo per alcuni mesi all’anno.

L’evoluzione della dimensione delle navi

Un altro aspetto rilevante della crescita del trasporto marittimo artico è l’evoluzione delle dimensioni delle navi utilizzate. Il record recente è stato stabilito dalla portacontainer Flying Fish 1, una nave Panamax lunga 294 metri, larga 32 metri e con una capacità di trasporto di circa cinquemila container. Durante il mese di settembre, la Flying Fish 1 ha trasportato 40.000 tonnellate di merce da San Pietroburgo a Qingdao, nella Cina nord-orientale. Questa nave ha navigato nelle vicinanze dell’arcipelago russo di Novaya Zemlya, passando a pochi chilometri dalla NewNewStar, che solo poche settimane prima aveva conquistato il titolo di più grande portacontainer a navigare sulla rotta artica.

Si prevede che Ez Safetrans Logistics, la società proprietaria della Flying Fish 1, possa affiancare a questa nave altre due Panamax già dotate di permessi per navigare nell’Artico. Questo sviluppo potrebbe avere un impatto significativo sul futuro delle rotte artiche e sul commercio marittimo globale, creando nuove dinamiche e opportunità.

L’aumento dei traffici marittimi artici è un fenomeno che non può essere ignorato. Con la crescente competitività delle rotte artiche, sostenuta dall’alleanza strategica tra Cina e Russia, il panorama del commercio marittimo globale sta subendo cambiamenti significativi. Mentre la questione dei cambiamenti climatici continua a sollevare preoccupazioni, la possibilità di esplorare nuove rotte commerciali potrebbe avere ripercussioni profonde sulla geografia economica mondiale. Se la tendenza attuale persisterà, l’Artico potrebbe rivelarsi una nuova frontiera non solo per il commercio, ma anche per la geopolitica internazionale.

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