Una ricerca condotta dagli astronomi dell’Università della Columbia Britannica, basata sui dati della missione Kepler della NASA, ha suggerito che nella Via Lattea potrebbe esistere un esopianeta simile alla Terra ogni cinque stelle simili al Sole. Questa stima si fonda su criteri rigorosi: per essere classificato come “simile alla Terra”, un pianeta deve essere di tipo roccioso, avere un diametro comparabile a quello del nostro pianeta e orbitare attorno a una stella di tipo spettrale G, simile al Sole.
Inoltre, la sua orbita deve collocarsi nella cosiddetta “zona abitabile” della stella ospite, una distanza tale da permettere condizioni ambientali adatte a mantenere l’acqua in forma liquida sulla superficie del pianeta – una prerogativa essenziale per l’eventuale sviluppo della vita.
Le precedenti stime sulla frequenza di pianeti simili alla Terra variavano notevolmente, con un range compreso tra 0,02 e uno per ogni stella simile al Sole. L’identificazione di questi pianeti è complessa: le loro piccole dimensioni e la distanza dalla stella li rendono difficili da rilevare rispetto a pianeti più grandi e più vicini alle proprie stelle. Di conseguenza, i cataloghi planetari attuali rappresentano solo una frazione del totale effettivo di pianeti orbitanti attorno a stelle. Per compensare queste limitazioni, i ricercatori hanno impiegato una tecnica denominata “modellazione in avanti”, che permette di stimare il numero reale di esopianeti basandosi sui dati incompleti disponibili.
Oltre a calcolare la frequenza dei pianeti simili alla Terra, lo studio ha esplorato il fenomeno del “radius gap”. Si tratta di un divario nelle dimensioni planetarie, che mostra come i pianeti con un periodo orbitale inferiore a 100 giorni raramente abbiano un diametro compreso tra 1,5 e 2 volte quello terrestre. Il team ha scoperto che questo divario si concentra su un intervallo di periodi orbitali più ristretto rispetto a quanto ipotizzato in precedenza, fornendo nuove indicazioni sulle dinamiche di formazione dei pianeti.
Questi risultati ampliano la nostra comprensione della distribuzione e delle caratteristiche degli esopianeti simili alla Terra, avvicinando la scienza all’obiettivo di individuare pianeti con potenziali condizioni abitabili all’interno della nostra galassia.