Il virus Marburg, “cugino” dell’Ebola, minaccia il Ruanda

Il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto con i fluidi corporei
MeteoWeb

Un’epidemia di Marburg, virus altamente letale, è scoppiata in Ruanda, causando la morte di 13 persone. È la prima epidemia registrata nel Paese, dichiarata il 27 settembre. Sebbene gli scienziati prevedano una rapida diminuzione dei casi, avvertono che il Marburg è in aumento e non esistono attualmente vaccini o trattamenti efficaci. Con un tasso di mortalità variabile tra il 23% e il 90%, il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto con i fluidi corporei, rendendo cruciale l’isolamento delle persone infette. Le infezioni sono iniziate tra coloro che inizialmente risultavano positivi alla malaria, portando a confusione nella diagnosi.

La prevalenza della malaria in Ruanda ha messo a dura prova i laboratori diagnostici, ma un intenso programma di test ha rivelato un’epidemia più estesa rispetto ai focolai precedenti. Il cambiamento climatico e la deforestazione aumentano le interazioni tra umani e animali portatori del virus, rendendo più probabili future epidemie. Anche se il Ruanda sta testando un candidato vaccino e l’antivirale remdesivir, è chiaro che l’Africa deve migliorare la propria capacità di produrre autonomamente vaccini e trattamenti per fronteggiare future crisi sanitarie.

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