Campi Flegrei, iniziativa a Napoli per la partecipazione attiva dei cittadini

Esperti, istituzioni e cittadini si sono confrontati sulla gestione del rischio bradisismico ai Campi Flegrei e sull'importanza di un dialogo aperto tra scienza e comunità
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Rendere la conoscenza scientifica uno strumento di sicurezza e consapevolezza per chi vive in una delle aree più complesse e monitorate al mondo, i Campi Flegrei. È stato questo il cuore dell’incontro ‘Cittadinanza attiva. Rischio bradisismico nei Campi Flegrei’, tenutosi a Napoli a Città della Scienza, nel quale esperti, istituzioni e cittadini si sono confrontati sulla gestione del rischio e sull’importanza di un dialogo aperto tra scienza e comunità. Un evento per affrontare le sfide legate al fenomeno del bradisismo e ribadire come la partecipazione attiva dei cittadini sia una componente essenziale per convivere in sicurezza con il territorio.

“La conoscenza viaggia parallelamente alla sicurezza”, spiega Riccardo Villari, Presidente di Città della Scienza, nel suo intervento introduttivo. “Conoscere il territorio significa essere consapevoli dei rischi e capaci di affrontarli. Il nostro obiettivo è informare e stimolare la cittadinanza a diventare protagonista nella gestione di una realtà complessa che interessa quest’area da secoli“, aggiunge, sottolineando l’importanza di “superare la disattenzione e l’assuefazione al fenomeno”.

Il bradisismo

Gerardo Pappone, ordinario di Geologia stratigrafica e sedimentologica presso l’Università di Napoli Parthenope e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Idis-Città della Scienza, ha illustrato come il bradisismo ha trasformato la morfologia del territorio nei secoli. “Il sollevamento progressivo dell’area ha modificato in modo significativo il paesaggio flegreo, riducendo la superficie del Lago d’Averno di 10-15 metri rispetto alle epoche precedenti”. “Questo fenomeno evidenzia come i processi geodinamici abbiano modellato il territorio, incidendo sulla vita e sulle attività umane nel corso della storia“, spiega Pappone, invitando a considerare un approccio multidisciplinare per affrontare i cambiamenti dell’area.

L’importanza della preparazione

Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ribadisce l’importanza della preparazione e della conoscenza durante le emergenze. “Sapere come comportarsi è fondamentale. Troppo spesso si adottano comportamenti che ostacolano i soccorsi, come riversarsi in strada senza una meta. La conoscenza e la consapevolezza possono fare la differenza“, dice.

Il ruolo della scienza e della pianificazione

Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Osservatorio Vesuviano, pone l’accento sul ruolo della scienza e della pianificazione a lungo termine. “La sfida non è solo scientifica, ma anche sociale: dobbiamo fare in modo che i dati raccolti si traducano in azioni concrete, come piani di emergenza e percorsi di educazione al rischio. I cittadini devono essere non solo destinatari delle informazioni, ma anche attori consapevoli in questa dinamica”, rimarca.

Bianco ricorda che il dialogo tra istituzioni, comunità e scienza è cruciale per prevenire emergenze e garantire risposte rapide ed efficaci. “I dati raccolti dalla ricerca ci permettono di anticipare fenomeni e prevedere scenari. Ma per rendere queste conoscenze davvero utili è indispensabile tradurle in piani operativi e coinvolgere le comunità locali. I Campi Flegrei sono un esempio unico al mondo, e proprio per questo richiedono strategie innovative e condivise per proteggere un patrimonio naturale e culturale straordinario”, conclude.

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