La Conferenza delle Parti sul clima (COP29), che si tiene a Baku da oggi al 22 novembre, rappresenta un momento cruciale per il futuro delle politiche climatiche globali. Al centro delle discussioni c’è l’istituzione di un nuovo sistema di finanziamenti destinati ai Paesi in via di sviluppo, che servirà a sostenere sia la riduzione delle emissioni di gas serra che l’adattamento ai cambiamenti climatici. Tra i termini chiave di questa edizione della COP spiccano concetti come NCQG, “cipolla” e “quantum”, simboli di un approccio rinnovato alla finanza climatica.
COP: un rinnovato impegno globale
La COP è la Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), istituita nel 1992 durante il vertice di Rio. Ogni anno, 198 Paesi e parti, compresi quelli che hanno ratificato l’accordo sul clima di Parigi, si riuniscono per discutere nuove strategie per contrastare il cambiamento climatico. Questa 29ª edizione, come le precedenti, mira a definire nuovi obiettivi finanziari e climatici, indispensabili per rispettare i limiti alle emissioni globali.
NCQG: il Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo
Al termine della COP29 sarà stabilito un Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo (NCQG), destinato a sostituire l’impegno dei Paesi industrializzati di stanziare 100 miliardi di dollari all’anno per sostenere le nazioni in via di sviluppo. L’accordo di Parigi aveva fissato la revisione di questo obiettivo per il 2025, con l’intento di aumentare i finanziamenti in base alle necessità di questi Paesi, che oggi si trovano in prima linea nel contrasto ai cambiamenti climatici. Il NCQG servirà non solo come base per il nuovo impegno collettivo, ma anche come guida per il coinvolgimento dei finanziamenti pubblici e privati.
La “Cipolla” dei finanziamenti climatici
Il modello della “cipolla” propone una struttura stratificata per i finanziamenti, con il nucleo formato dai fondi pubblici, mentre gli strati esterni comprenderebbero contributi volontari e investimenti privati. L’intento è garantire una base solida di finanziamenti pubblici per i Paesi più vulnerabili, ma esistono timori che un’eccessiva enfasi sui contributi privati potrebbe diluire le responsabilità delle nazioni più ricche.
Quantum: l’importo finale atteso
Il “quantum” rappresenta la cifra tanto attesa, ossia l’ammontare che la COP29 stabilirà per il nuovo fondo climatico. Se l’approccio della cipolla sarà approvato, potrebbero emergere cifre differenziate per i vari livelli di finanziamento, favorendo una distribuzione più ampia delle risorse.
I Paesi contribuenti
Oggi, il ruolo dei contribuenti è un tema caldo: se originariamente erano i Paesi industrializzati a sostenere i finanziamenti, ora alcuni propongono di estendere questa responsabilità a Paesi come Cina, Corea del Sud e le monarchie del Golfo, le cui economie sono cresciute significativamente. Tuttavia, questi Paesi preferiscono un impegno volontario e discreto, evidenziando le sfide di un approccio multilaterale al finanziamento climatico.