Nucleare, Descalzi (Eni): “per fusione primo test nel 2026”

Descalzi: “le centrali nucleari di terza generazione si possono fare. Nucleare unica soluzione ma bisogna essere rapidissimi”
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Il nucleare “è l’unica soluzione” per una decarbonizzazione delle nostre economie. “Se iniziamo adesso a sviluppare centrali di terza generazione, perché la quarta è più lunga, dobbiamo trovare posti, siti, deve essere accettato, e pensare che costano molto, 4-5 volte a parità di potenza a quello che costa una centrale a gas. È un qualcosa che si può fare, bisogna essere rapidissimi, bisogna trovare i finanziamenti oppure impegnare un capitale provato con delle regole sicure e la sicurezza di poterle fare. Come Eni, noi siamo impegnati non nella fissione ma nella fusione da più di 10 anni”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo al 22° Forum di Coldiretti a Roma. “Il nucleare deve essere fatto, dobbiamo decarbonizzare tutto quello che è industrialmente pesante, ma dobbiamo essere rapidissimi“, ha aggiunto Descalzi.

Partecipiamo come share holder di maggioranza con il 19% quasi in una società spin off dell’Mit più avanzata. Prevediamo di concludere la costruzione dell’impianto centrale a fine 2025: quindi dovremmo riuscire a fare il primo test nel 2026 e poi produrre più elettricità in quella che si utilizza per innescare la fusione nel 2027″, ha affermato ancora, ipotizzando un lancio commerciale ”per il 2031-2032”. Quanto ai tempi di produzione, secondo l’Ad di Eni per la terza generazione, “se c’è progettualità ci vogliono almeno 4-5 anni per farne una e sui costi per 500 Mw potrebbero volerci circa 2 miliardi prima di andare a regime. Quindi ci vuole molto capitale. In quel momento l’energia elettrica dovrebbe essere sussidiata perché costerebbe molto cara”.

Descalzi: “Europa indietro, bloccata da ideologie”

Dal punto di vista energetico, l’Europa è indietro su tutto, bloccata dalle ideologie, ha detto ancora Descalzi. “Siamo indietro non solo sull’energia nucleare, siamo indietro su moltissime cose, e non parlo dell’Italia. L’Italia, tutto sommato, ha un suo mix energetico come quasi tutti i Paesi del Mediterraneo che è fatto da gas e rinnovabili”, ha aggiunto, ricordando come in Europa solo la Francia “ha una vera riserva di energia con 50 e passa impianti nucleari” la cui energia viene venduta. “Il problema che abbiamo in Europa è che il mondo va ancora all’80% con le fonti fossili, l’Europa un po’ meno, siamo al 68-69%. Il carbone è ancora” la prima fonte per la produzione di “energia elettrica. Noi non abbiamo tutto questo, non abbiamo neanche il nucleare”.

Per Descalzi, “il problema è il costo dell’energia e se vogliamo avere dei costi accessibili, non solo per la società civile, ma anche per l’industria, bisogna agire. Il nucleare deve essere fatto, dobbiamo decarbonizzare tutto quello che è industrialmente pesante. Dobbiamo ricordarci che l’Europa solo da qualche mese ha sdoganato la cattura della CO2 e ci sono ancora moltissimi che dicono che è un peccato mortale. Ma – ha sottolineato l’Ad di Eni – è molto più un peccato mortale chiudere l’industria oppure lasciarla aperta facendole produrre CO2. In Europa “ci sono ancora queste visioni ideologiche. Tra le maggiori c’è quella sul biocarburante. L’Europa ancora non vuole il biocarburante, vuole l’e-fuel. L’e-fuel che è fatto da un mix di CO2 e idrogeno verde e che pagheremo 20 volte tanto”, ha sottolineato.

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