La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha compiuto 2 manovre di emergenza nel giro di pochi giorni per evitare detriti spaziali che minacciavano il suo percorso orbitale. L’ultimo intervento è avvenuto lunedì 25 novembre, quando il cargo russo Progress 89 ha acceso i suoi propulsori per circa 3,5 minuti. Questa operazione ha permesso di spostare la ISS di circa 500 metri, allontanandola dalla traiettoria di un frammento di satellite.
Secondo quanto riferito dalla NASA, il detrito apparteneva a un satellite frammentato, e la manovra ha evitato un potenziale impatto. L’agenzia spaziale russa Roscosmos, citata dall’agenzia TASS, ha confermato che la manovra è stata completata con successo alle 09:49 UTC. Un’operazione simile era stata effettuata pochi giorni prima, il 19 novembre, per deviare la ISS da un frammento di un satellite meteorologico militare dismesso nel 2015. In quel caso, la combustione dei propulsori è durata 5,5 minuti.
Orbita sempre più affollata
Il fenomeno dei detriti spaziali sta diventando una questione cruciale. Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), al momento circa 10.200 satelliti attivi orbitano intorno alla Terra, con oltre la metà appartenente alla megacostellazione Starlink di SpaceX. A questi si aggiungono oltre 40.500 oggetti di dimensioni superiori a 10 cm, 1,1 milioni di frammenti tra 1 e 10 cm e circa 130 milioni di particelle di almeno 1 mm.
Questi frammenti, nonostante le dimensioni ridotte, rappresentano un serio rischio per la ISS e per altri satelliti. Alla velocità orbitale media di 28mila km/h, anche un detrito di pochi millimetri può causare danni significativi.
Manovre evasive della Stazione Spaziale, una routine sempre più frequente
Le manovre evasive della Stazione Spaziale per schivare detriti sono tutt’altro che rare. Dal 1999, la stazione ha effettuato 32 interventi per evitare collisioni, come riportato in un documento della NASA del dicembre 2022. L’aumento del traffico spaziale e dei detriti rende questi eventi sempre più comuni.
Verso un futuro più sicuro
La gestione dei detriti spaziali è una sfida globale. Tecnologie per il monitoraggio e la rimozione attiva degli oggetti in orbita sono in fase di sviluppo, ma il ritmo con cui si accumulano i detriti rischia di superare le capacità di intervento.