La tempesta perfetta: eruzioni vulcaniche in un mondo sempre più caldo

Gli esperti chiedono dunque di sviluppare modelli climatici più precisi
MeteoWeb

Un nuovo studio guidato dal professor Markus Stoffel, dell’Università di Ginevra, lancia un allarme sulle potenziali conseguenze catastrofiche di future eruzioni vulcaniche in un mondo sempre più caldo. La ricerca, pubblicata su Nature, sottolinea che, sebbene i governi stiano lavorando per contrastare il riscaldamento globale, devono anche prepararsi a fronteggiare eventi estremi con impatti planetari, come le eruzioni vulcaniche massicce.

Il gruppo di ricerca prende come esempio l’eruzione del Monte Tambora del 1815, che causò circa 90mila morti in Indonesia e provocò anomalie climatiche globali, con il raffreddamento dell’emisfero settentrionale di 1°C e la totale assenza di estate nel 1816, evento noto come “l’anno senza estate”. Questo fenomeno, che portò a gravi crisi agricole e instabilità sociale, evidenzia come eruzioni di grande portata possano alterare gravemente il clima, con effetti devastanti sulla produzione alimentare, sull’economia globale e sulla salute.

Secondo lo studio, la probabilità di un’eruzione di simile magnitudine nei prossimi decenni è di circa 1 su 6, con un impatto economico che potrebbe superare i 3,6 trilioni di dollari nel primo anno, se l’eruzione avvenisse entro cinque anni. Gli scienziati avvertono che, sebbene si comprenda il meccanismo di base che collega il vulcanismo al cambiamento climatico, restano molte incognite sui dettagli, come l’entità del raffreddamento e gli effetti sulle precipitazioni, sull’agricoltura e sui mercati globali.

In un mondo sempre più interconnesso, l’impatto di una grande eruzione sarebbe amplificato. Le moderne società, con 8 volte la popolazione del 1815, non sono preparate a un simile disastro. Gli esperti chiedono dunque di sviluppare modelli climatici più precisi e strategie di mitigazione per affrontare al meglio le future emergenze vulcaniche, prima che sia troppo tardi.

Condividi