In Vietnam aumenta l’inquinamento, peggiora la qualità dell’aria

Il periodo più critico si estende da ottobre a marzo
MeteoWeb

Dal 2019, nelle principali città del Vietnam settentrionale, in particolare ad Hanoi, l’inquinamento da particolato fine, in particolare il PM 2,5, ha costantemente superato gli standard di sicurezza. Secondo i dati del Dipartimento per il controllo dell’inquinamento ambientale del Ministero vietnamita delle risorse naturali e dell’ambiente, riportati da Vietnam News, si registra un costante peggioramento della qualità dell’aria, con livelli medi di particolato che superano spesso il doppio del limite consentito.

Il periodo più critico si estende da ottobre a marzo, paradossalmente proprio quando le condizioni meteorologiche migliorano. La mancanza di precipitazioni e la debolezza dei venti ostacolano infatti la dispersione delle particelle inquinanti. A ciò si aggiungono il traffico intenso, l’attività industriale, l’edilizia e l’abitudine diffusa di bruciare materiali all’aperto, che contribuiscono ulteriormente a peggiorare la situazione. Hanoi, come altre grandi città vietnamite, è responsabile di significative emissioni di gas serra, derivanti dai suoi dieci parchi industriali, 1.300 villaggi artigianali, oltre sette milioni di motociclette e più di 600.000 automobili.

I dati raccolti indicano che un aumento di 10 µg/m³ nei livelli di PM 10 o PM 2,5 comporta un incremento rispettivamente dell’1,4% e del 2,2% dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie tra i bambini. Per affrontare il problema, le soluzioni proposte includono l’ottimizzazione della gestione del traffico tramite la creazione di zone a basse emissioni e l’introduzione di trasporti pubblici ecosostenibili. Ulteriori misure prevedono la riduzione delle combustioni domestiche, con l’eliminazione quasi completa delle stufe a carbone e la chiusura di centinaia di fornaci artigianali per la produzione di mattoni.

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