Il 28 dicembre 1947 moriva ad Alessandria d’Egitto Vittorio Emanuele III, l’ultimo re d’Italia della dinastia sabauda a regnare con poteri effettivi. La sua morte segnò la fine di un’epoca travagliata nella storia del Paese, caratterizzata da successi, contraddizioni e tragiche conseguenze.
Salito al trono nel 1900, in seguito all’assassinio del padre Umberto I, Vittorio Emanuele III regnò durante alcune delle più grandi trasformazioni del XX secolo. Fu sovrano negli anni della Prima Guerra Mondiale, che culminò con la vittoria italiana e la firma del Trattato di Rapallo. Tuttavia, il suo regno è ricordato anche per decisioni controverse, come il mancato intervento contro l’ascesa del fascismo e la firma delle leggi razziali del 1938, che macchiarono profondamente la monarchia.
Nel 1946, dopo la caduta del fascismo e la Seconda Guerra Mondiale, Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto II, sperando di salvare la monarchia. Tuttavia, il referendum del 2 giugno sancì la nascita della Repubblica Italiana, ponendo fine al regno sabaudo. Esiliato in Egitto, trascorse gli ultimi anni della sua vita in solitudine.