Tra il Governo e Stellantis è tornata la calma dopo la tempesta. I 400 milioni di euro per l’automotive per il biennio 2026-2027 inseriti in fretta e furia nell’ultima Manovra di Bilancio sono solo l’ultimo indizio che sia tornata la pace tra Meloni e il numero uno del gruppo. L’addio di Tavares sembra aver favorito il riavvicinamento tra il premier e John Elkann, il quale ha acconsentito ad essere audito in Parlamento, dopo i rifiuti dei giorni scorsi. Il clima è più disteso dopo il “cambio di atteggiamento” di Stellantis, sancito dal piano che ha ribadito la centralità dell’Italia nella sua strategia industriale. Intanto, però, il mercato europeo preoccupa. John Elkann andrà in Parlamento, dopo il “grande rifiuto” dopo l’audizione dell’ex ad Carlos Tavares.
Infatti, il presidente ha comunicato la sua disponibilità ad essere ascoltato in Parlamento al presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Il tavolo automotive ha giocato un ruolo fondamentale in questa scelta. Stellantis ha messo sul piatto 2 miliardi di investimenti già nel 2025 e 6 miliardi di euro di acquisti garantiti alla filiera dei fornitori italiani senza contributi pubblici. Il piano prevede di aumentare i volumi di produzione puntando sul rilancio degli stabilimenti di Pomigliano e Melfi, attraverso la realizzazione di una nuova piattaforma per due modelli compatti e l’avvio della produzione della 500 ibrida.
Le previsioni
Nel 2025 il gruppo prevede di confermare le 500.000 vetture prodotte quest’anno, che dovrebbero diventare 750.000 l’anno successivo. “Gli stabilimenti italiani resteranno tutti in attività con un piano per ciascuna fabbrica. Senza cassa integrazione no, perché il 2025 sarà durissimo, lo sappiamo tutti, ma sto velocizzando tutto quello che posso a livello di sviluppo per avere nel 2026 un +50%” , ha detto Imparato a “Cinque Minuti” di Bruno Vespa.