“Tutto sommato è andata bene, però ci siamo spaventati a morte, ho visto tutta la gente scappare a corsa, insomma è stato veramente brutto”. Lo ha detto ai giornalisti un giovane testimone dell’esplosione nel deposito Eni di Calenzano, Nicholas Magnolfi, che lavora in un’officina accanto al luogo dell’incidente. “C’era preoccupazione per questo deposito e diciamo che noi ormai non ci si pensava neanche più troppo, perché, insomma, dopo un po’ ci fai l’abitudine; però effettivamente non era una situazione piacevole, a volte ci si scherzava quasi sopra, magari chissà se dovesse esplodere, che succede, invece poi alla fine è successo davvero; ecco, non pensavo sarebbe accaduto insomma – ha raccontato – C’è stata tanta paura. Avevamo paura di una seconda, terza esplosione. Alla fine in qualche modo ci siamo allontanati piano piano tutti, però sì nel giro di un’oretta la zona si è liberata”.
La situazione
Oltre ai 9 feriti accompagnati con le ambulanze presso gli ospedali della zona (dei quali due gravi), altre 17 persone si sono presentate in maniera autonoma in strutture ospedaliere per cure mediche in seguito all’esplosione che si è verificato nel deposito di carburanti Eni a Calenzano. Lo rende noto la Prefettura di Firenze. Complessivamente i feriti salgono a 26. Nel bilancio dell’esplosione ci sono poi 2 morti e ancora 3 dispersi.
“Tanti erano impauriti – ha spiegato l’assessore Sparavigna – e chiedevano cosa fosse successo. L’impatto sulla viabilità del Comune di Firenze è stato contenuto e gestito tramite adeguamento dei tempi degli impianti semaforici ove necessario e invio di pattuglie nella zona nord della città per i punti più critici”.
“Siamo pienamente disponibili nei confronti dei territori colpiti”, ha proseguito l’assessore Sparavigna che nel pomeriggio ha fatto una relazione in consiglio comunale – per collaborare oggi e nell’immediato futuro per i danni causato da questo incidente. “Abbiamo inoltre offerto il nostro sostegno per dare un supporto psicologico, in questo momento difficile, a quanti sono rimasti coinvolti. Questo è il momento del cordoglio e del dolore e per questo ci stringiamo alle famiglie delle vittime – ha concluso – la priorità è quella di garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.