Il futuro di Artemis sempre più incerto, persino il razzo SLS è in bilico

Il programma Artemis rappresenta un’impresa straordinaria, ma è anche un esempio delle complessità di una missione spaziale moderna
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Il programma Artemis, annunciato nel 2017, rappresenta l’ambizione della NASA di riportare l’uomo sulla Luna e stabilire una presenza duratura, gettando le basi per future missioni su Marte. Nonostante il successo della missione inaugurale Artemis I nel 2022, che ha dimostrato le capacità della capsula Orion in un volo senza equipaggio intorno alla Luna, il programma sta affrontando una serie di ritardi tecnici e incertezze politiche che ne mettono a rischio il futuro.

Un altro rinvio per Artemis III

La NASA ha recentemente annunciato che la prima missione lunare con equipaggio, Artemis III, sarà posticipata alla metà del 2027, principalmente a causa di problemi tecnici con lo scudo termico della capsula Orion. Questo componente, fondamentale per proteggere l’equipaggio durante il rientro nell’atmosfera terrestre, ha mostrato un deterioramento imprevisto durante i test. Il capo della NASA, Bill Nelson, ha sottolineato che “la sicurezza degli astronauti è sempre al primo posto“, ma il ritardo alimenta dubbi sulla capacità dell’agenzia di rispettare i propri obiettivi.

L’incertezza politica e il ruolo di Trump

L’instabilità politica potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, c’è il rischio che il programma Artemis venga ridimensionato o riorientato verso obiettivi diversi, come una missione umana su Marte, in linea con le ambizioni del CEO di SpaceX, Elon Musk. Trump aveva già influenzato la nascita del programma Artemis nel 2017, ma la sua amministrazione ha spesso mostrato un approccio pragmatico, privilegiando le collaborazioni con il settore privato e riducendo i costi federali.

Il razzo SLS sotto esame

Il razzo Space Launch System (SLS), pilastro del programma Artemis, è al centro di un dibattito acceso. Progettato per trasportare la capsula Orion e il carico direttamente verso la Luna, l’SLS è stato elogiato per le sue prestazioni durante la missione Artemis I, ma criticato per i costi esorbitanti: ogni lancio supera i 2 miliardi di dollari. Voci recenti suggeriscono che potrebbe essere cancellato, una decisione che sarebbe giustificata dalla necessità di ridurre il budget federale, ma che comporterebbe rischi significativi per il programma.

Il ruolo di SpaceX e l’ascesa della concorrenza

L’eventuale cancellazione dell’SLS lascerebbe un vuoto difficile da colmare. SpaceX, con il suo veicolo Starship, potrebbe teoricamente sostituire l’SLS sia come lanciatore che come lander lunare, ma Starship è ancora in fase di sviluppo e deve dimostrare la capacità di rifornimento in orbita e di effettuare un atterraggio sicuro sulla Luna. Altri razzi, come il Falcon Heavy, richiederebbero modifiche significative per adattarsi ai requisiti delle missioni Artemis, introducendo ulteriori ritardi.

Nel frattempo, la Cina si sta posizionando come un temibile concorrente nella nuova corsa allo Spazio. Con l’obiettivo di inviare astronauti sulla Luna entro il 2030, Pechino potrebbe raggiungere pietre miliari prima degli Stati Uniti se Artemis dovesse subire ulteriori battute d’arresto, infliggendo un duro colpo alle ambizioni spaziali americane.

Una sfida tra ambizione e realtà

Il programma Artemis rappresenta un’impresa straordinaria, ma è anche un esempio delle complessità di una missione spaziale moderna, dove fattori tecnici, economici e politici si intrecciano. La NASA si trova di fronte a decisioni critiche: continuare a investire in tecnologie consolidate come l’SLS o puntare su soluzioni innovative e meno costose offerte dal settore privato. In ogni caso, il futuro del programma dipenderà dalla capacità degli Stati Uniti di bilanciare ambizioni, risorse e tempistiche in un panorama spaziale sempre più competitivo.

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