Una rete sofisticata di contrabbando di olio combustibile, che secondo esperti genera almeno 1 miliardo di dollari all’anno per l’Iran e i suoi alleati, è emersa in Iraq da quando il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani è salito al potere nel 2022, come rivelato a Reuters da cinque fonti a conoscenza della situazione.
Questa operazione si basa su una politica governativa che consente all’Iraq di assegnare olio combustibile a impianti di asfalto a prezzi fortemente sovvenzionati, e coinvolge una rete di aziende, gruppi e individui operanti in Iraq, Iran e negli stati del Golfo, come confermato dalle cinque fonti e da tre rapporti dei servizi di intelligence occidentali forniti a Reuters.
Nel dettaglio, ogni mese vengono dirottati dagli impianti tra 500.000 e 750.000 tonnellate di olio combustibile pesante (HFO), tra cui olio combustibile ad alto contenuto di zolfo (HSFO) – equivalente a circa 3,4 milioni – 5 milioni di barili di petrolio – e successivamente esportati, per lo più verso l’Asia, come spiegato da due delle fonti a Reuters.