Steve Wozniak vuole salvare lo Spazio: ecco cosa significa

“Non sappiamo esattamente da dove arriveranno i ricavi, ma sappiamo di stare facendo la cosa giusta”
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Steve Wozniak, cofondatore di Apple, non ha mai smesso di guardare al futuro con lo spirito visionario che ha caratterizzato la sua carriera. Dopo aver contribuito alla democratizzazione del personal computer, oggi si lancia in una nuova impresa: rendere lo spazio più sicuro e accessibile a tutti. Insieme ad Alex Fielding e Moriba Jah, Wozniak ha fondato Privateer, una startup che punta a risolvere uno dei problemi più urgenti dell’era spaziale: la gestione dei detriti spaziali.

Tutti i grandi produttori dicevano che il personal computer era inutile e sarebbe scomparso. Ma noi abbiamo seguito il nostro istinto e fatto quello in cui credevamo“, ha dichiarato Wozniak durante un evento a Bienne, in Svizzera, presso la manifattura Omega progettata dall’architetto giapponese Shigeru Ban. Le sue parole non sono solo un ricordo nostalgico, ma un manifesto per il futuro. Oggi, con Privateer, vuole portare lo stesso approccio pionieristico nello spazio.

Un problema in crescita: i detriti spaziali

L’orbita terrestre è sempre più affollata. Negli ultimi decenni, il numero di satelliti in orbita è cresciuto esponenzialmente, portando con sé una proliferazione incontrollata di detriti spaziali. Alex Fielding, cofondatore di Privateer, descrive la situazione con preoccupazione: “Ventiquattro anni fa, metà dei duemila satelliti in orbita erano già morti. Oggi abbiamo 27mila oggetti nello spazio, e la maggior parte sono satelliti inattivi“.

La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente: “Nei prossimi cinque anni sono previsti oltre centomila nuovi lanci, grazie alla drastica riduzione dei costi“, spiega Fielding. “Siamo passati da 7500 dollari al chilo a meno di mille con Starship. Chiunque voglia mandare qualcosa in orbita potrà farlo. Ma saranno tutti bravi operatori spaziali? No“.

Il problema è serio: attualmente solo gli oggetti superiori ai 10 centimetri vengono tracciati, ma anche detriti di dimensioni inferiori possono causare danni catastrofici. Un esempio eclatante è l’incidente del satellite russo Cosmos 1408 nel 2021, che ha generato migliaia di frammenti pericolosi e costretto gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale a rifugiarsi nelle capsule di salvataggio per giorni.

La risposta di Privateer: Wayfinder

Per affrontare questa crisi, Privateer ha sviluppato Wayfinder, una piattaforma gratuita che permette di tracciare in tempo reale la posizione di satelliti e detriti spaziali. “Alcuni sembrano estorsori spaziali,” afferma Fielding, criticando l’approccio di aziende che fanno pagare per evitare collisioni. “Non è questo il futuro che vogliamo per i nostri figli”.

Wayfinder si distingue per il suo approccio inclusivo: vuole democratizzare l’accesso ai dati spaziali, rendendoli pubblici e facilmente accessibili. Questo è in linea con la filosofia di Wozniak, che ha sempre creduto nell’importanza di condividere le conoscenze per il bene comune.

Oltre i detriti: una visione globale

L’ambizione di Privateer non si limita alla gestione dei detriti spaziali. L’azienda intende sviluppare tecnologie per monitorare fenomeni globali come il cambiamento climatico, l’erosione costiera e le catene di approvvigionamento. “Possiamo tracciare l’intero impatto di carbonio della supply chain,” spiega Fielding. “Possiamo esaminare il rischio e la resilienza, seguire i minerali da conflitto“.

Nonostante queste ambizioni, Privateer mantiene una chiara linea etica. “Abbiamo già rifiutato clienti che volevano usare la nostra tecnologia per tracciare le persone“, afferma Wozniak, dimostrando un impegno verso un uso responsabile della tecnologia.

Una partnership inaspettata: Omega

Privateer ha recentemente firmato una partnership con Omega, il rinomato produttore di orologi svizzero. Questa collaborazione va oltre una semplice sponsorizzazione. “Condividiamo un’ossessiva attenzione ai dettagli“, afferma Raynald Aeschlimann, CEO di Omega. “L’interno di un orologio meccanico è come un mini universo: tutto deve funzionare senza ostacoli”.

Questa alleanza riflette l’approccio interdisciplinare di Privateer, che combina innovazione tecnologica, etica e attenzione ai dettagli per affrontare le sfide dello spazio.

Il futuro di Privateer

Come ai tempi di Apple, anche oggi Wozniak affronta l’incertezza economica con determinazione. “Non sappiamo esattamente da dove arriveranno i ricavi, ma sappiamo di stare facendo la cosa giusta”, afferma. Questo spirito di innovazione e coraggio è alla base della missione di Privateer: cambiare il modo in cui gestiamo lo spazio, prima che sia troppo tardi.

La speranza è che, proprio come il personal computer ha rivoluzionato il mondo dell’informatica, Privateer possa trasformare il settore spaziale, rendendolo più sicuro, sostenibile e accessibile a tutti. In un’era in cui lo spazio è sempre più importante per la vita sulla Terra, la visione di Wozniak e dei suoi collaboratori potrebbe essere la chiave per garantire un futuro migliore per le prossime generazioni.

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