Con l’avvicinarsi della primavera, l’Europa potrebbe trovarsi costretta ad acquistare almeno 100 nuove forniture di gas liquefatto (LNG) durante l’estate, per un valore stimato di circa 6 miliardi di dollari ai prezzi attuali. Questa necessità nasce dal calo significativo delle riserve di gas registrato quest’inverno a causa del freddo intenso e dell’interruzione delle forniture dalla Russia. Secondo i dati più recenti forniti da Gas Infrastructure Europe, i siti di stoccaggio del gas nell’UE sono attualmente pieni al 59%, un livello molto inferiore rispetto al 75% dello stesso periodo dell’anno scorso o al 79% del 2023. La stratega energetica di Rabobank, Florence Schmit, prevede che i livelli di stoccaggio potrebbero scendere al 30-35% della capacità entro la fine di marzo, un valore simile al 58% registrato lo scorso anno nello stesso periodo. E’ quanto riporta Reuters.
La sfida del rifornimento estivo
Se le riserve scendessero al 35%, equivalenti a circa 38 miliardi di metri cubi (bcm), i compratori europei dovranno cercare circa 12 bcm aggiuntivi sul mercato globale durante l’estate, come riportato dall’analista di Energy Aspects, Erisa Pasko. Questo volume di gas corrisponde a circa 120 navi cisterna di LNG, il cui costo si aggira intorno ai 6 miliardi di dollari. “L’Europa dovrà mantenere prezzi elevati per continuare ad attrarre forniture di LNG spot, sottraendole all’Asia”, ha dichiarato Pasko. Attualmente, i prezzi del gas in Europa si trovano già a livelli elevati, con un picco degli ultimi 14 mesi causato dal freddo e dall’interruzione dei transiti di gas russo attraverso l’Ucraina.
Prezzi estivi più alti del solito
Un fenomeno insolito sta emergendo: i prezzi del gas per i contratti estivi sono più alti rispetto a quelli per il prossimo inverno. Questa dinamica non si verificava dal 2021-2022, quando Gazprom interruppe le forniture ai depositi europei. Attualmente, i prezzi del gas TTF per il mese prossimo sono scambiati intorno ai 49 euro/MWh, in aumento rispetto ai 27,70 euro/MWh di un anno fa, ma ben al di sotto del picco di oltre 300 euro/MWh raggiunto durante la crisi energetica del 2022. Rabobank prevede che i prezzi estivi si stabilizzeranno tra i 34 e i 37 euro/MWh, un incremento del 10% rispetto ai livelli del 2024, ma comunque inferiori ai valori attuali. Secondo Schmit, questi prezzi relativamente alti continueranno a ridurre la domanda di gas da parte dei consumatori europei, bilanciando in parte la necessità di LNG per sostituire le forniture russe.
Impatti globali e reazioni locali
Nonostante le difficoltà, gli analisti concordano sul fatto che è improbabile che l’Europa si trovi ad affrontare una vera carenza di gas quest’anno. Anche la Slovacchia, uno dei paesi più colpiti dall’interruzione del transito ucraino, ha dichiarato di avere scorte sufficienti per coprire il 2025. “Non siamo preoccupati che le riserve si esauriscano senza poter essere rimpiazzate. Tuttavia, non sarà economico farlo”, ha affermato Arturo Regalado, analista di Aurora Energy Research. La Germania, ad esempio, sta considerando sussidi per incentivare le aziende a riempire i depositi di gas.
Il futuro del mercato del gas
L’aumento della domanda europea di LNG influenzerà i mercati globali, potenzialmente sottraendo forniture all’Asia. Andreas Guth, capo dell’associazione industriale Eurogas, ha sottolineato che, sebbene non siano previste carenze in Europa, il mercato globale rimarrà sotto pressione almeno fino al 2027, nonostante l’apertura di due nuovi terminal di esportazione LNG negli Stati Uniti prevista per quest’anno.