Un jet commerciale con a bordo 60 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio si è scontrato con un elicottero dell’esercito mentre si preparava ad atterrare al Ronald Reagan National Airport, nei pressi della capitale statunitense Washington. L’incidente ha dato vita ad una massiccia operazione di ricerca e soccorso nel vicino fiume Potomac. Si temono numerose vittime: almeno 18 corpi sarebbero stati recuperati finora secondo CBS. Tutte le operazioni di decollo e atterraggio presso l’aeroporto sono state immediatamente sospese. Squadre di soccorso, supportate da elicotteri delle forze dell’ordine, si sono mobilitate per individuare eventuali sopravvissuti. Gommoni di salvataggio sono stati inviati nel fiume da un punto lungo la George Washington Parkway, mentre potenti fari sono stati installati sulla riva per illuminare l’area dell’incidente.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato di essere stato “pienamente informato su questo terribile incidente” e ha aggiunto: “Dio benedica le loro anime“, riferendosi ai passeggeri coinvolti.
Le dinamiche dell’incidente
La Federal Aviation Administration (FAA) ha confermato che la collisione aerea si è verificata intorno alle 21 EST. Il jet regionale, un Bombardier CRJ-701 della American Airlines, era partito da Wichita, Kansas, ed era in fase di avvicinamento a Reagan National quando si è scontrato con un elicottero militare UH-60 Blackhawk dell’esercito statunitense, impegnato in un volo di addestramento.
L’incidente è avvenuto in una delle zone aeree più controllate al mondo, a poco più di 3 miglia a Sud della Casa Bianca e del Campidoglio. Gli investigatori stanno ora analizzando gli ultimi istanti dei 2 velivoli, comprese le comunicazioni con la torre di controllo e la perdita improvvisa di altitudine del jet.
Secondo i dati dei transponder, il volo American Airlines 5342 si trovava a un’altitudine di circa 400 piedi e procedeva a una velocità di circa 140 miglia orarie quando ha subito una repentina perdita di quota sopra il fiume Potomac.
I momenti finali prima dello schianto
Pochi minuti prima dell’incidente, i controllori di volo avevano chiesto all’equipaggio del jet se fosse in grado di atterrare sulla pista 33, più corta rispetto a quella originariamente prevista. I piloti avevano confermato e ricevuto l’autorizzazione per l’atterraggio.
Nel frattempo, meno di 30 secondi prima della collisione, un controllore ha chiesto al pilota dell’elicottero se avesse visivamente individuato l’aereo in arrivo. Il controllore ha poi trasmesso un ulteriore messaggio: “PAT 25, passa dietro al CRJ“. Subito dopo, si è verificato l’impatto. Il transponder del jet ha smesso di trasmettere a circa 2.400 piedi dalla pista, esattamente sopra il centro del fiume.
Un video registrato da una telecamera di sorveglianza situata al Kennedy Center ha mostrato due fonti luminose unirsi in un’unica esplosione di fuoco, segno dell’avvenuta collisione.
Condizioni meteo e scenario post-incidente
Al momento dello schianto, la temperatura a Washington era insolitamente alta per l’inverno, con valori attorno ai +60°F (circa +15°C). Il Potomac, tuttavia, aveva una temperatura molto più bassa, registrando circa +36°F (+2°C), il che rende ancora più difficili le operazioni di soccorso. Il Servizio Meteorologico Nazionale aveva inoltre segnalato la presenza di raffiche di vento fino a 25 miglia orarie nella serata.
L’esercito statunitense ha confermato che l’elicottero UH-60 Blackhawk coinvolto apparteneva a una base di Fort Belvoir, in Virginia, e aveva a bordo 3 membri dell’equipaggio impegnati in una missione di addestramento.
Indagini e impatto politico
L’incidente rappresenta una sfida cruciale per 2 nuovi membri dell’amministrazione Trump: Pete Hegseth, da poco insediato come segretario alla Difesa, ha dichiarato che il Dipartimento della Difesa sta “monitorando attivamente” la situazione, mentre il neo-segretario ai Trasporti Sean Duffy ha affermato di essere “presso il quartier generale della FAA per seguire da vicino gli sviluppi“.
Il Ronald Reagan National Airport, situato lungo il Potomac, rimarrà chiuso fino alle 11 di giovedì ora locale. Questo scalo è molto popolare tra i passeggeri grazie alla sua vicinanza a Washington rispetto al più distante Dulles International Airport.
Un tragico déjà-vu
L’incidente richiama alla memoria la tragedia del volo Air Florida 90, precipitato a causa del maltempo nel Potomac il 13 gennaio 1982, causando la morte di 78 persone.
L’ultimo incidente mortale che ha coinvolto una compagnia aerea statunitense risale invece al 2009, quando un Bombardier DHC-8 si schiantò vicino a Buffalo, New York, uccidendo 50 persone, compresi i membri dell’equipaggio e un civile a terra.