Meteo, Scirocco: il colpo di grazia per gli impianti sciistici dell’Appennino

L’aria calda trasportata da questo vento può portare i valori termici ben al di sopra del punto di congelamento, rendendo impossibile la produzione di neve artificiale
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Il vento di Scirocco, una corrente calda e umida che soffia da sud-est, rappresenta una seria minaccia per la neve e il fragile equilibrio degli ecosistemi appenninici durante la stagione invernale. Originario delle regioni desertiche del Nord Africa, in particolare dal Sahara, lo Scirocco attraversa il Mar Mediterraneo caricandosi di umidità, trasformandosi in un vento capace di alterare drasticamente le condizioni climatiche sulle montagne italiane.

Il nome “Scirocco” deriva dall’arabo “sharq”, che significa “oriente”, un riferimento alla direzione di provenienza rispetto al Mar Ionio. Questo vento, dal carattere intenso e destabilizzante, si manifesta con un rapido innalzamento delle temperature e con una marcata erosione del manto nevoso, soprattutto sulle creste e nelle zone più esposte. Quando soffia con forza, la neve accumulata rischia di fondere in breve tempo, compromettendo l’intera stagione sciistica. Spesso, la quota neve si alza vertiginosamente, arrivando talvolta a superare i 2000 metri, con effetti devastanti sul paesaggio e sulle attività economiche legate agli sport invernali.

L’impatto dello Scirocco si riflette direttamente sull’economia delle località montane, dove il turismo invernale gioca un ruolo cruciale. La chiusura o la riduzione delle piste sciabili, causata dall’erosione o dal mancato accumulo di neve, rappresenta una perdita significativa per gli operatori del settore. Per compensare questa mancanza, molti comprensori sono costretti a investire massicciamente nell’innevamento artificiale, una soluzione che, pur efficace nel breve termine, comporta costi elevati e un notevole dispendio di risorse, in particolare idriche ed energetiche.

Neve e Scirocco

La risposta delle località appenniniche a questa sfida si traduce in strategie di adattamento e innovazione. Molti centri sciistici hanno avviato investimenti in impianti di innevamento artificiale di ultima generazione, più efficienti e meno impattanti sull’ambiente. Al contempo, si lavora per diversificare l’offerta turistica, includendo attività alternative come escursioni, benessere termale e turismo culturale, praticabili anche in assenza di neve. Il monitoraggio costante delle condizioni meteorologiche permette inoltre una gestione più efficace delle piste, consentendo di sfruttare al meglio le brevi finestre di condizioni favorevoli.

L’aria calda trasportata da questo vento può portare i valori termici ben al di sopra del punto di congelamento, rendendo impossibile la produzione di neve artificiale. Anche quando le temperature si mantengono prossime a zero, l’umidità elevata introdotta dallo Scirocco rende difficile la formazione dei cristalli di neve. Questo fenomeno incide direttamente sulla qualità e sulla quantità della neve prodotta, riducendo la possibilità di coprire adeguatamente le piste.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla forza del vento stesso. Lo Scirocco, con le sue raffiche, spesso disperde la neve appena prodotta dai cannoni, impedendone l’accumulo e vanificando il lavoro degli operatori. Inoltre, la neve che riesce a depositarsi è soggetta ad una rapida fusione a causa del calore e dell’umidità portati da questo vento. In queste condizioni, gli sforzi per mantenere un manto nevoso adeguato si rivelano non solo inefficaci, ma anche estremamente dispendiosi in termini di risorse energetiche e idriche.

Gli operatori delle località sciistiche conoscono bene queste difficoltà e, durante le ondate di Scirocco, sono spesso costretti a sospendere l’utilizzo dei cannoni sparaneve. Tuttavia, nonostante i limiti imposti da questo vento meridionale, i cannoni rimangono uno strumento indispensabile per garantire la praticabilità delle piste in condizioni meteorologiche più favorevoli. La loro utilità è evidente nelle fasi in cui le temperature sono basse e l’umidità contenuta, permettendo la creazione di un manto nevoso sufficiente per sostenere il turismo invernale.

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