Diversi comprensori sciistici appenninici stanno affrontando una chiusura temporanea degli impianti e delle piste a causa dell’aumento delle temperature e di tratti di neve scoperta. Questo fenomeno, frequente nelle stagioni invernali caratterizzate da venti caldi come lo Scirocco e il Garbino, sottolinea quanto questi agenti atmosferici possano influire negativamente sulle condizioni della neve e, di conseguenza, sulle attività sciistiche. Lo Scirocco, un vento caldo e umido proveniente da sud-est, è noto per provocare un rapido innalzamento delle temperature. Questo comporta una fusione accelerata del manto nevoso, specialmente alle quote più basse, e un deterioramento della qualità della neve, che diventa pesante e bagnata. Inoltre, l’umidità trasportata da questo vento rende la neve appiccicosa e difficile da sciare, aumentando il rischio di formazione di ghiaccio notturno quando le temperature scendono. In alcune situazioni, lo Scirocco porta precipitazioni sotto forma di pioggia invece che neve, aggravando ulteriormente le condizioni delle piste. Non meno importante è la possibilità che lo Scirocco trasporti polvere sahariana, riducendo la visibilità e complicando ulteriormente le attività sciistiche.
Il Garbino, al contrario, è un vento caldo e secco che soffia da sud-ovest e che si distingue per i suoi effetti peculiari. Causa un rapido aumento delle temperature, spesso con valori che possono raggiungere i 23-24°C anche in pieno inverno, accelerando la fusione della neve persino ad alte quote. A differenza dello Scirocco, il Garbino riduce drasticamente l’umidità, provocando una rapida evaporazione dell’acqua presente nella neve e lasciandola granulosa e meno compatta. Le forti raffiche di vento, che possono superare i 100 km/h, erodono il manto nevoso, specialmente sulle creste e nelle zone più esposte, e possono costringere alla chiusura temporanea degli impianti di risalita per motivi di sicurezza. Inoltre, il riscaldamento improvviso e il vento intenso possono destabilizzare il manto nevoso, aumentando significativamente il rischio di valanghe.
Questi due venti, pur con caratteristiche differenti, rappresentano una sfida importante per i comprensori sciistici. Lo Scirocco tende a deteriorare la neve attraverso il calore e l’umidità, mentre il Garbino agisce principalmente attraverso il riscaldamento secco e le forti raffiche di vento. Entrambi i fenomeni rendono difficile mantenere le piste in condizioni ottimali, soprattutto in periodi di temperature sopra la media. Per gli sciatori, queste condizioni richiedono attenzione e preparazione: è fondamentale consultare i bollettini meteorologici e nivologici prima di pianificare le attività e prestare attenzione ai segnali di instabilità del manto nevoso.
In un contesto in cui eventi climatici estremi sono sempre più frequenti, lo Scirocco e il Garbino evidenziano la necessità di strategie adattive nei comprensori sciistici. Interventi come la produzione di neve programmata e una gestione accurata del manto nevoso diventano essenziali per garantire la fruibilità delle piste e la sicurezza degli sciatori, anche in presenza di venti avversi.