La collaborazione tra l’Agenzia Regionale di Protezione Civile e il Club Alpino Italiano (CAI) segna un importante passo avanti nella prevenzione dei rischi in ambienti innevati. A Campo Imperatore è stato infatti inaugurato il primo ARTVA Check Point in Abruzzo, un’iniziativa rivolta a escursionisti e scialpinisti per garantire maggiore sicurezza nelle attività outdoor. Questo innovativo punto di controllo consente agli utenti di verificare il corretto funzionamento dei propri dispositivi ARTVA, fondamentali per il soccorso in caso di valanghe, prima di avventurarsi su percorsi in terreni aperti. Sul pannello informativo, le istruzioni sono disponibili in italiano e inglese, rendendo il servizio accessibile anche a visitatori internazionali.
Inoltre, è presente un QR code che permette di accedere direttamente al bollettino valanghe elaborato dal Servizio MeteoMont, uno strumento indispensabile per pianificare le attività in montagna in totale sicurezza.
Questa iniziativa non si limiterà al solo Campo Imperatore. Nei prossimi mesi, verranno installati altri due ARTVA Check Point presso le località Prati di Tivo e Blockhaus/Maielletta, ampliando la rete di prevenzione sul territorio abruzzese. Questo progetto rappresenta un modello virtuoso di sinergia tra istituzioni e associazioni, volto a sensibilizzare gli appassionati di montagna sull’importanza della sicurezza e della prevenzione, contribuendo così a ridurre i rischi legati alle attività in ambienti innevati.
L’ARTVA, acronimo di Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga, è uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza durante le attività in montagna, in particolare nel corso della stagione invernale. Questo dispositivo elettronico, che opera sulla frequenza standard di 457 kHz, rappresenta un elemento chiave per il soccorso in caso di incidenti da valanga. Di dimensioni compatte, simili a quelle di uno smartphone, l’ARTVA è progettato per essere facilmente indossabile e trasportabile, rendendolo pratico anche nelle situazioni più impegnative.
Il funzionamento dell’ARTVA si basa su due modalità principali: trasmissione e ricezione. Durante un’escursione, ogni membro del gruppo indossa il proprio dispositivo impostato in modalità trasmissione, che emette continuamente un segnale radio. In caso di valanga, il dispositivo del travolto continua a trasmettere, consentendo ai soccorritori di attivare la modalità ricezione sui loro apparecchi. Gli ARTVA moderni sono dotati di sistemi avanzati che guidano i soccorritori attraverso indicazioni di direzione e distanza, rendendo più rapida ed efficace la localizzazione del sepolto.
L’importanza dell’ARTVA emerge chiaramente dalle statistiche. Nei primi 15 minuti dopo una valanga, le probabilità di trovare persone vive sono estremamente alte, raggiungendo il 93%. Tuttavia, queste percentuali si riducono drasticamente con il passare del tempo, scendendo al 25% tra i 15 e i 45 minuti e diventando quasi nulle dopo 90 minuti, a causa del rischio crescente di ipotermia.
Per garantire un utilizzo efficace dell’ARTVA, è essenziale seguire alcune regole fondamentali. Deve essere indossato vicino al corpo, sotto gli strati di abbigliamento, per proteggerlo dagli urti e dalle temperature rigide. Tutti i membri del gruppo devono essere dotati di un dispositivo e verificare il suo corretto funzionamento prima di iniziare l’escursione. Inoltre, l’utilizzo dell’ARTVA richiede una formazione adeguata e una pratica regolare per assicurare che, in caso di emergenza, si possa intervenire con precisione e rapidità.
L’ARTVA è parte integrante del kit di autosoccorso che include anche la pala e la sonda, strumenti indispensabili per completare il processo di recupero di una persona sepolta dalla neve. In definitiva, questo dispositivo non è solo un equipaggiamento tecnico, ma un vero e proprio salvavita che ogni appassionato di attività invernali dovrebbe conoscere e utilizzare con consapevolezza.