Stelle cadenti, notti magiche a gennaio: arriva il picco delle Quadrantidi

Lo sciame delle Quadrantidi prende il nome da una costellazione ormai scomparsa
MeteoWeb

Con l’inizio del nuovo anno, gli appassionati di astronomia hanno un appuntamento imperdibile: l’osservazione dello sciame meteorico delle Quadrantidi. Questo fenomeno, tra i più affascinanti del cielo invernale, raggiungerà il suo picco durante la sera del 3 gennaio 2025, promettendo uno spettacolo unico per chiunque voglia volgere lo sguardo al cielo notturno. Le Quadrantidi sono note per le loro meteore particolari, caratterizzate da scie corte e brillanti. Durante le ore di massima attività, in condizioni ideali e lontano dall’inquinamento luminoso, si potranno osservare fino a oltre 100 meteore l’ora. Tuttavia, anche in situazioni meno favorevoli, il tasso medio si attesta intorno a 25 meteore l’ora, rendendo comunque l’evento degno di attenzione.

Una delle peculiarità di quest’anno è l’assenza della Luna durante le ore migliori per l’osservazione. Dopo il tramonto del nostro satellite naturale, il cielo sarà libero da interferenze luminose, permettendo una visione ottimale dello sciame meteorico. Nei cieli più bui e con un pizzico di fortuna, sarà possibile ammirare anche bolidi colorati, un fenomeno raro e mozzafiato che arricchisce ulteriormente l’esperienza.

Quadrantidi, l’origine del nome

Lo sciame delle Quadrantidi prende il nome da una costellazione ormai scomparsa: il Quadrante Murale (Quadrans Muralis). Questa costellazione fu introdotta dall’astronomo francese Jérôme Lalande nel 1795. Tuttavia, nel 1922, l’Unione Astronomica Internazionale decise di ridurre il numero di costellazioni ufficiali, e il Quadrante Murale fu rimosso dalla lista. Le sue stelle furono in gran parte incorporate nella costellazione di Boote. Nonostante ciò, lo sciame meteorico ha mantenuto il nome originale, un omaggio alla tradizione storica dell’astronomia.

Come osservare le Quadrantidi

Per chi desidera godersi al meglio lo spettacolo, il consiglio è di recarsi in luoghi lontani dall’inquinamento luminoso, come aree rurali o montane. Portare con sé una coperta calda e una sedia reclinabile aiuterà a rendere più confortevole l’osservazione, considerando le basse temperature di gennaio. Non servono strumenti particolari: le Quadrantidi sono visibili a occhio nudo. Con il cielo limpido e una buona dose di pazienza, lo spettacolo è garantito.

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