Ha vissuto un vero e proprio incubo la famiglia di Parma che si trovava all’interno del Trump hotel di Las Vegas nel momento in cui la Testa parcheggiata davanti alla struttura ha preso fuoco, lo scorso 1 gennaio, provocando due grosse esplosioni e causando la morte dell’autista che si trovava a bordo. Il signor Pier Francesco, la moglie e la figlia di un anno si trovavano all’interno dell’hotel per trascorrere una parte del loro viaggio natalizio oltreoceano quando hanno sentito un primo scoppio “così forte da sembrare un fuoco d’artificio” ha raccontato l’uomo, seguito da un’altra esplosione a distanza di pochi secondi.
E così il loro viaggio negli Usa rimarrà per sempre nella memoria della coppia per i “momenti di estrema paura e di grande caos. La prima sensazione è stata quella di vivere un incubo perché non capivamo cosa stesse succedendo”, spiega Pier Francesco, raggiunto al telefono dall’Adnkronos. “Non abbiamo visto direttamente le esplosioni, ma abbiamo assistito a tutto il resto. C’era una nuvola di fumo che copriva l’area riservata ai pedoni, da cui vedevamo la gente scappare. Ho chiamato il 911, poco dopo sono arrivati i primi soccorritori. In parte siamo riusciti a tranquillizzarci quando abbiamo visto che c’erano la polizia e i vigili del fuoco, ma non le squadre speciali, sintomo che non ci fossero persone armate. Anche i giornali e i siti hanno subito parlato di un incendio, quindi siamo riusciti a calmarci. Nelle successive 6 ore siamo rimasti chiusi in camera, eravamo terrorizzati. Ora mi accorgo che siamo stati davvero fortunati”, riconosce Pier Francesco, che conclude ringraziando il destino per averli protetti.