Per la prima volta nella storia della Chiesa, l’elezione del nuovo Pontefice avviene in un contesto in cui anche l’intelligenza artificiale ha qualcosa da dire. Finora, l’IA è stata usata per analizzare scenari geopolitici, guerre future e minacce globali. Oggi invece il suo sguardo si posa su una questione di fede, spiritualità e potere: chi guiderà la Chiesa cattolica nel futuro? Secondo quanto riportato dal Daily Mail, ChatGPT ha individuato in Pietro Parolin il nome più probabile per succedere a Papa Francesco. Attuale Segretario di Stato vaticano e figura centrale della diplomazia della Santa Sede, Parolin è considerato una figura di continuità.
“È visto come un candidato di compromesso”, spiega ChatGPT, “accettabile sia per i riformatori che per i tradizionalisti. Se nessun candidato apertamente progressista dovesse raggiungere il quorum, Parolin potrebbe emergere come la scelta più sicura”.
I motivi della preferenza
Il suo curriculum è solido: oltre dieci anni al vertice della diplomazia vaticana, esperienza con governi di tutto il mondo, una rete di alleanze che attraversa Europa e America Latina. Ma il panorama è tutt’altro che definito. Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle è il principale sfidante, con il 25% delle probabilità contro il 28% di Parolin secondo le previsioni. Altri nomi in corsa sono Fridolin Ambongo Besungu, voce influente del cattolicesimo africano, e Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e figura carismatica del cattolicesimo italiano contemporaneo.
Mai come ora, il futuro della Chiesa sembra sospeso tra tradizione e innovazione, tra diplomazia e spiritualità, tra cardinali e algoritmi. Ma al di là delle previsioni, resta una certezza: solo la fumata bianca decreterà chi sarà il prossimo Papa. E fino ad allora, anche l’intelligenza artificiale può solo attendere.




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