“Putin potrebbe attaccare un altro Paese in Europa”: ecco dove è già scattato l’allarme 

David Petraeus, ex direttore della CIA, lancia un allarme sull’espansione militare russa dopo l’Ucraina: “l'Europa deve aprire gli occhi prima che sia troppo tardi”
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Mentre il conflitto in Ucraina prosegue causando gravi devastazioni, nuovi timori iniziano a emergere all’orizzonte. David Petraeus, ex comandante delle forze statunitensi in Medio Oriente ed ex direttore della CIA, ha recentemente dichiarato che Vladimir Putin potrebbe avere nel mirino un altro Paese europeo: la Lituania. Durante un intervento al think-tank Policy Exchange a Londra, Petraeus ha espresso forti preoccupazioni sull’espansionismo del Cremlino: “Putin non si fermerà all’Ucraina. Se riuscirà a ottenere ciò che vuole lì, il prossimo passo potrebbe essere un Paese della NATO. La Lituania è menzionata frequentemente nei suoi discorsi: è un segnale che non va ignorato”. Secondo Petraeus, l’obiettivo della Russia non è semplicemente l’Ucraina, ma la ricostruzione di una sfera di influenza simile a quella sovietica. “Putin sogna un nuovo ordine regionale dove Mosca detti le regole – ha spiegato l’ex capo dell’intelligence americana –. Se l’Occidente non reagisce con forza e determinazione, l’Europa rischia di trovarsi coinvolta in un conflitto ancora più vasto”. 

In particolare, Petraeus teme che i Paesi baltici possano diventare i prossimi bersagli della pressione militare russa, anche solo attraverso operazioni ibride, destabilizzazione politica o attacchi cibernetici. L’ex generale non ha risparmiato critiche alla politica statunitense degli ultimi anni. Da una parte, ha accusato Donald Trump di aver trattato Putin con eccessiva condiscendenza: “ha dato troppe seconde possibilità, non ha mai realmente frenato l’aggressività del Cremlino”. 

Dall’altra, ha criticato l’amministrazione Biden per l’approccio esitante nel supporto militare all’Ucraina: “ogni volta che Kiev chiedeva armi decisive, come gli F-16 o i sistemi missilistici a lunga gittata, Washington temporeggiava. Prima il rifiuto, poi il forse, e solo alla fine l’approvazione. Ma nel frattempo si perdeva terreno sul campo”. Secondo Petraeus, questa incertezza ha danneggiato seriamente la capacità degli ucraini di ribaltare la situazione militare e di dimostrare a Mosca che l’avanzata ha un costo insostenibile.

Le conseguenze

Se la Russia dovesse attaccare uno Stato membro della NATO – come la Lituania – l’Alleanza sarebbe obbligata a rispondere militarmente, attivando l’articolo 5 del trattato. Questo scenario, che fino a pochi anni fa sembrava impensabile, oggi non appare più così remoto. Petraeus conclude con un monito: “dobbiamo rendere chiaro a Putin che ogni nuova aggressione sarà accolta con una risposta devastante. Solo mostrando forza e unità possiamo fermarlo”. 

Il mondo guarda con apprensione al futuro dell’Europa. Le parole di David Petraeus non sono profezie, ma un richiamo alla responsabilità e alla vigilanza. Se davvero la Lituania – o un altro Paese baltico – dovesse diventare il prossimo bersaglio della Russia, il fragile equilibrio della sicurezza europea potrebbe spezzarsi, aprendo la strada a un’escalation pericolosa.