Frana in Cadore, geologo: “montagne marce, la Croda Marcora riserverà altri crolli”

Il geologo Salti: "sarà importante verificare sul posto che magari a monte non ci sia uno strato di fratture aperte"
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La frana dalla Croda Marcora, sulle Dolomiti, che l’altra notte ha ricoperto di polvere l’abitato di San Vito di Cadore (Belluno) non sarà probabilmente l’ultima. Il rischio di smottamenti dalla grande parete resta attuale, afferma il geologo Luca Salti, profondo conoscitore di questo territorio. Perché tanta polvere? “Perché, come dicono in paese, la Croda è marcia e i distacchi che scendono, sbriciolandosi, sono importanti”, risponde Salti in una intervista sui quotidiani del gruppo Nem. “Quando una roccia è così degradata – prosegue l’esperto – si hanno collassi di porzioni importanti nella meccanica del crollo, e di conseguenza si ha la polverizzazione che si è vista. Sono polveroni che si propagano per centinaia di metri, anche per chilometri. Va detto, poi, che il materiale scaricandosi forma degli accumuli che sono precari. Alla base di quella parete c’è infatti un canalone pieno di materiale, che continua a muoversi”.

Secondo il geologo, “la croda Marcora si sta sgretolando forse da sempre. È una montagna che riserverà ulteriori crolli anche nel prossimo futuro. Sarà importante verificare sul posto che magari a monte non ci sia uno strato di fratture aperte; si chiamano parietali che sfettano la roccia. Ma credo che lo si stia già verificando”, ha concluso.