Il Ministro delle Politiche agricole e alimentari Maurizio Martina ha incontrato oggi a Malta i partner europei ed ha illustrato loro le grandi linee per l’Italia da seguire per consentire al settore agricolo di adattarsi ai cambiamenti climatici. Innanzitutto, ha spiegato, è necessario “creare un Osservatorio permanente su acqua e agricoltura come propone la presidenza maltese dell’Ue, aumentare gli investimenti sugli strumenti di gestione del rischio che vanno semplificati e trasferire e condividere l’innovazione per aumentare la redditività del settore agricolo, in particolare dei piccoli produttori.“
Occorre poi “sostenere un piano straordinario di investimenti per incrementare la disponibilità della risorsa idrica evitando che nei periodi di inondazioni, l’eccesso di acqua determini catastrofi naturali.”
Per quanto riguarda la gestione del rischio, per Martina occorre “investire molto di più in nuovi strumenti, semplificandone la gestione, rendendoli più efficaci e più aderenti alle esigenze del mondo produttivo. Bisogna prendere a riferimento – dice – non solo i rischi meteorologici, ma anche quelli legati alle perturbazioni di mercato, per offrire garanzie concrete di tutela del reddito delle imprese.” Si tratta anche trasferire la gestione del rischio ”dal secondo pilastro della Pac (il mondo rurale ndr) al primo pilastro (gli aiuti diretti ndr), trasformando il contributo agli agricoltori in una componente volontaria dei pagamenti diretti, da concedere a chi decide di assicurare la propria produzione o di aderire ad un’altra misura di stabilizzazione del reddito’‘.
“La tecnologia – dice il ministro Martina – può aiutare gli agricoltori in molti ambiti come nell’agricoltura di precisione, che ottimizza l’uso dei fattori di produzione, riducendo la pressione sull’ambiente, aumentando la produttività e ottimizzando il consumo di energia. Servono però – mette in guardia – investimenti a livello europeo e misure appropriate per accelerarne la diffusione”. Martina ha poi ricordato l’importanza del Programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), in fase di avvio, che coinvolge 18 Paesi dell’area del Mediterraneo con iniziative di ricerca, trasferimento di innovazione nella gestione delle acque, sostenibilita’ in agricoltura, filiere agroalimentari.
“Per consentire al settore agricolo di adattarsi ai cambiamenti climatici l’Italia chiede di sostenere un piano straordinario di investimenti per aumentare la capacità di accumulo e conservazione delle acque superficiali, promuovendo la realizzazione di nuovi bacini di accumulo, la gestione collettiva della risorsa idrica, disincentivando qualsiasi forma di prelevamento dell’acqua dalle falde sotterranee. Insomma interventi molteplici che per Martina vanno calibrati localmente, per tener conto delle diverse situazioni. In Italia – ha concluso – la gestione collettiva dell’irrigazione ha assicurato risultati molto importanti, sia per la capacità di coinvolgimento diretto dei produttori sia per la messa in campo di misure concrete volte al risparmio della risorsa idrica.”