E’ confermata la previsione, già annunciata lunedì, secondo cui il satellite Uars impatterà sulla Terra venerdì 23 settembre. L’area dell’impatto non è ancora nota, ma il vecchio satellite della Nasa, l’Upper Atmosphere Research Satellite, si brucerà nell’atmosfera.
L’impatto darà vita a un’esplosione spettacolare che sarà visibile anche durante il giorno e a occhio nudo, da tutto il pianeta, grazie alle variazioni nella luminosità che saranno molto rapide e intense. Sarà un grande spettacolo a cui si stanno preparando in molti, pur non potendo ancora sapere l’orario. Ma indicazioni più precise verranno fornite, dagli esperti, nelle prossime ore. E le riprenderemo puntualmente.
Secondo le previsioni della Nasa, però, è probabile che il satellite non sarà totalmente distrutto nell’impatto, ma almeno 26 frammenti potenzialmente pericolosi potrebbero disperdersi nel raggio di circa 600 chilometri. Il rischio che possano esserci danni per gli esseri umani, però, è pari a 1 su 3.200, quindi è molto basso.
Ogni continente, tranne l’Antartide, rientra nella zona di possibile impatto, che va dai 57 gradi di latitudine Nord ai 57 gradi Sud, secondo quanto dice l’agenzia Ap. Un’area che a Nord parte da Edmonton (Canada) e Aberdeen (Scozia), mentre a Sud arriva fino Capo Horn, la punta più meridionale del Sud America. E i detriti potrebbero spargersi su un tratto, appunto, di circa 600 chilometri.
Grande quanto un autobus, il satellite era in orbita da 20 anni per raccogliere dati sulla fascia di ozono che protegge la Terra dai raggi ultravioletti. La sua caduta è probabilmente la conseguenza dell’impatto con i detriti di un altro satellite, avvenuto pochi anni fa. Dopo che è stato spento nel 2005, la Nasa ha fatto scendere l’Uars a un’orbita compresa tra 245 e 275 km di altitudine. Ora si trova tra i 225 e i 205 (qui gli aggiornamenti). ”E’ ancora presto per prevedere su quale area avverra’ l’impatto nell’atmosfera”, ha rilevato la Nasa. Previsioni piu’ accurate saranno possibili solo domani. “Da quando è cominciata l’era spaziale alla fine degli anni ’50 non si e’ mai registrato alcun problema a causa del rientro di satelliti o navicelle. Nessuno è mai stato colpito” assicura ancora la Nasa.
L’Uars è grande 10,7 metri per 4,6, per un totale di circa 6 tonnellate. Si pensa che il satellite si frammenterà in più di 100 parti al contatto con l’atmosfera terrestre, la maggior parte delle quali brucerà. Solo 26 pezzi di metallo dovrebbero sopravvivere allo scontro. Il più grande, comunque, ha un peso notevole: circa 136 Kg. In tutto, dovrebbero piovere sulla Terra circa 544 Kg di detriti.
In ogni caso, continua l’ente spaziale americano, il Joint Space Operations Center del Comando Strategico della Vandenberg Air Force Base, in California, che da sempre segue i rientri di tutti gli oggetti mandati nello spazio e dei loro frammenti, non perderà di vista il vecchio Uars. Il Centro, infatti, sarà in grado di fornire prima informazioni ogni 24 ore, quindi ogni 12 ore, poi ogni due ore prima del rientro di Uars.
La Nasa dunque si prepara a dare l’addio al vecchio satellite, grande quanto un autobus, che ha lavorato con onore in orbita per 20 anni, raccogliendo informazioni preziose sulla fascia di ozono che protegge la Terra dai micidiali raggi ultravioletti.
- Quiè possibile monitorare il satellite in tempo reale.
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