Coronavirus, altri 861 morti nel Regno Unito: oltre 100.000 casi, ma niente rinvio della Brexit

Torna a salire oltre il picco di 800 il numero di morti da coronavirus registrati nei soli ospedali del Regno Unito nelle ultime 24 ore
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Torna a salire oltre il picco di 800 il numero di morti da coronavirus registrati nei soli ospedali del Regno Unito nelle ultime 24 ore, con altri 861 decessi: sotto il record di 980 toccato la settimana scorsa, ma piu’ dei 761 di ieri e del totale giornaliero indicato finora da altri Paesi europei. Lo certificano i dati diffusi oggi del dicastero della Sanità, portando la somma censita nel Paese a 13.839 vittime. I contagi diagnosticati superano intanto ora quota 103.000, con una curva d’aumento stabile.

L’emergenza coronavirus non è tuttavia un motivo per prorogare la transizione post Brexit in scadenza il 31 dicembre 2020. Lo ha ripetuto un portavoce di Downing Street, replicando al moltiplicarsi d’ipotesi del genere, e aggiungendo anzi che non solo il governo Tory di Boris Johnson non intende chiedere alcuna estensione, come sono tornati a suggerire alcuni esponenti dell’opposizione laburista, ma è pronto a dire no ove mai fosse Bruxelles a proporla: tanto più poiché deciso ad avere maggiore “flessibilità” e autonomia di fronte alla crisi.

“Non chiederemo l’estensione della transizione e, se la chiedesse l’Ue, diremmo di no“, ha tagliato corto oggi il portavoce di Boris Johnson nel consueto briefing di giornata a Downing Street, sostenendo anzi la tesi che la fine dell’allineamento con le norme europee possa rappresentare un vantaggio per il Regno, in termini di certezze e flessibilità, per delle risposte straordinarie di politica economica e commerciale necessarie nel dopo-pandemia. “Allungare la transizione – ha rimarcato – significherebbe semplicemente protrarre i negoziati, protrarre l’incertezza per il business e rinviare il momento del recupero del controllo dei nostri confini. Significherebbe inoltre restare legati a vincoli della legislazione europea in una fase in cui avremo bisogno di maggior flessibilità economica e legislativa per gestire la risposta del Regno Unito agli effetti dell’epidemia da coronavirus”.

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