Coronavirus, Rappuoli: “Vaccino per un”emergenza senza confini'”

E' "un'emergenza senza confini", quella della pandemia da Covid-19 e per questo è importante unire le forze per accelerare la ricerca sul vaccino
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E’ “un’emergenza senza confini“, quella della pandemia da Covid-19 e per questo è importante unire le forze per accelerare la ricerca sul vaccino: così ha commentato l’accordo di collaborazione fra le aziende farmaceutiche a Sanofi e Gsk una delle massime autorità internazionali in tema di vaccini, Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D della Gsk vaccine.

“Due delle più grandi aziende di vaccini hanno scelto di unire le forze per avere il massimo dell’impatto: insieme – ha osservato Rappuoli – svilupperemo un vaccino adiuvato che unisce l’antigene di Sanofi e l’adiuvante di Gsk consolidato per vaccini pandemici. Ci stiamo assumendo un grande impegno, ma siamo convinti che sia la cosa giusta da fare di fronte ad un’emergenza senza confini in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte”.

 “Se vogliamo sconfiggere questo virus – ha osservato Rappuoli – l’unica arma è la vaccinazione ma per eliminarlo dalla faccia della terra dobbiamo pensare a come proteggere le persone di tutti i Paesi del mondo, anche quelli più svantaggiati”.

L’esperto ha inoltre osservato che “lo sviluppo di un vaccino è un percorso lungo e complesso, che generalmente può richiedere un tempo compreso tra i 15 e i 20 anni. Oggi, grazie al grande progresso della scienza e della tecnologia, produrre vaccini sperimentali in tempi rapidi è possibile, pur con la massima attenzione al profilo di sicurezza del vaccino”.

E’ così, ha proseguito, che la Gsk ha deciso di mettere la sua esperienza nel settore degli adiuvanti al servizio della ricerca sui vaccini, in modo da “permettere a più vaccini possibili di arrivare alla registrazione e quindi essere disponibili nel più breve tempo possibile”. Attualmente, ha proseguito Rappuoli, la Gsk “è l’unica azienda al mondo ad aver sviluppato e registrato adiuvanti per uso umano; un percorso che ha richiesto circa vent’anni e che oggi nessuno potrebbe compiere in tempi brevi“. Utilizzare gli adiuvanti, ha concluso, “è particolarmente importante in una situazione di pandemia perché può consentire la riduzione della quantità di antigeni necessari per ogni dose di vaccino, permettendo in tal modo di produrne di più”.

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