Coronavirus, Maria Rita Gismondo: “Il Dpcm è un giusto compromesso, un simil-lockdown avrebbe generato il disastro”

"Ho gradito il fatto che non siano stati decisi inasprimenti simil-lockdown perché veramente sarebbe stato un disastro"
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“Le nuove misure” in Dpcm, “che non sono molto diverse da quelle in atto, sono il giusto compromesso tra la necessità non creare il disastro economico e quella di tentare un contenimento dell’avanzare delle infezioni” da Covid-19 in Italia. Questa l’opinione di Maria Rita Gismondo, a capo del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.

Ho gradito il fatto che non siano stati decisi inasprimenti simil-lockdown perché veramente sarebbe stato un disastro“, spiega all’Adnkronos Salute l’esperta, convinta che “senza una buona economia non avremmo mai una buona sanità”. Più che giri di vite sugli orari delle attività ludiche, o sulla possibilità o meno di mantenerle, Gismondo invita a “mettere in atto controlli rigorosi per il rispetto delle misure” decise contro la corsa dei contagi. “Personalmente io non credo che chiudendo i locali e vietando lo sport non agonistico si faccia un bene“, sottolinea infatti l’esperta ricordando che “i frequentatori dei locali, soprattutto i giovani, non avendo un locale dove andare si ammasseranno in altre sedi o anche privatamente, dove come sappiamo non è possibile controllare. Quindi io sono sempre più convinta che è meglio attrarre le persone, ragazzi o adulti, in luoghi dove si possa avere un maggiore controllo e in questo sarei molto severa. Si può anche tenere aperto fino a tardi”, a patto però di procedere con “controlli serrati” che prevedano “multe a chi non rispetta le disposizioni, anche con la possibilità di chiudere il locale” non in regola “per settimane o addirittura definitivamente. In questo modo si richiamerebbero i gestori a tutelare sia la salute degli utenti sia il proprio interesse economico”. Quanto agli sport, per Gismondo “i bambini non si possono lasciare a casa, perché se non vanno a praticare il loro sport – avverte – si ammasseranno sulle piazze o nei cortili senza nessuna misura di sicurezza”.

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