Galaverna e neve chimica: la pianura Padana si imbianca nella morsa di nebbia e gelo. Foto e video

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La pianura Padana sta vivendo delle giornate dal clima davvero polare. Le temperature minime, in pianura, oscillano tra -4 e -10°C e in molti casi anche le massime restano sotto lo zero. Oggi, infatti, in molte località padane sarà la terza giornata di ghiaccio consecutiva, tanto che stamattina alle 12:00 alcune aree di pianura si trovavano ancora tra -4 e -5°C addirittura. Nella Val Padana è presente uno strato di nebbia molto compatto, spesso oltre 150/200 metri, quindi di notevole entità. Le temperature sono crollate grazie all’irruzione polare proveniente da nord/est, e all’interno dello strato nebbioso si verificano fenomeni similari alla neve, come la galaverna, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi in quest’articolo e in numerosi reportage fotografici, e la neve chimica, che è come la neve reale però determinato dalle particelle inquinanti presenti in atmosfera da cui si formano veri e propri fiocchi di piccole dimensioni, che talvolta riescono addirittura ad imbiancare il paesaggio come sta accadendo in questi giorni specie tra Veronese, Bresciano e Milanese.
Lo strato di nebbia freddissima presente ai bassi strati è come se fosse una nuvola all’interno della quale avvengono i processi che innescano le precipitazioni. Se ai bassi strati l’atmosfera è inquinata, a causa della presenza di grandi complessi industriali che immettono grosse quantità di nuclei di condensazione, ecco che si forma una precipitazione che viene chiamata, appunto, neve chimica.
Galaverna e neve chimica sono due fenomeni meteo ben differenti. La galaverna, infatti, non cade dal cielo ma si forma al suolo lì dove c’è esposizione alla nebbia ghiacciata.

La prima “neve chimica” in pianura Padana risale ai giorni di Natale del 1984, quando a Segrate, nel Milanese, si verificò un’inattesa nevicata con nebbia. Da allora il fenomeno si è ripresentato più volte, specialmente in condizioni di alta pressione e inversione termica con nebbia al suolo.
Famoso anche il caso di Paderno Dugnano, sempre nel periodo natalizio del 2008, in una zona semi-industriale con cnebbia e ben 2cm di neve fresca al suolo, con temperatura di -4°C, il tutto in un solo km, come spesso accade.
Ma di casi ce ne sono tantissimi, e in questi giorni sta accadendo in molte areee, da Verona centro (dove è successo la scorsa notte) a tante zone di milanese, bresciano e pavese.
Stamattina, ad esempio, è successo ai Laghetti di San Polo, appena a sud/Est di Brescia.
Solitamente la galaverna o la neve chimica riescono ad imbiancare le strade solo con un sottile velo, che raramente raggiunge lo spessore di 1-2 centimetri, ma tanto basta per rendere insidioso l’asfalto e suggestivo lo scenario, come se fosse neve.

Il fenomeno è abbastanza raro ma, come si vede, possibile – ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Vincenzo Levizzani dell’Isaac, l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr -. A provocarlo sono delle sostanze prodotte dall’inquinamento industriale come il solfuro di rame, l’ossido di rame, gli ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e i silicati. Queste particelle hanno una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali e quindi funzionano bene da inneschi dei fiocchi di neve“. “Per fortuna – sottolinea Levizzaniquesto tipo di nevicate in genere non possono durare a lungo per la semplice ragione che esaurite le particelle inquinanti cessa anche la nevicata. Tuttavia è l’inequivocabile segnale di una situazione ambientale grave con livelli che richiederebbero degli interventi decisivi per porvi rimedio“.

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