La grotta della natività tra le macerie di Amatrice dove i tre Magi arrivano per rendere omaggio al Redentore lasciando i loro cammelli sul piazzale antistante, intitolato alla piccola Giulia. Questa è solo una piccola immagine dell’intero presepe di cartapesta realizzato dai detenuti del carcere di Avezzano in omaggio ai terremotati di Amatrice: le scene, molto realistiche, in esso contenute sono molteplici e raccontano per intero la tragedia di una popolazione. Il messaggio che i detenuti della casa circondariale di Avezzano – diretti da Barbara Lenzini e seguiti quotidianamente da suor Benigna Raiola, che ha dedicato una vita per alleviare le sofferenze dei reclusi – è racchiuso in quel ‘fotogramma’ del loro presepe che ha richiesto decine di ore di lavoro, di impegno e di ideazione. Sono loro stessi a spiegarlo in una lettera aperta indirizzata alla gente di Amatrice. “Noi nel nostro piccolo – scrivono – abbiamo voluto esservi vicino cercando di fare il nostro meglio, ma soprattutto pregando il Signore. Infatti abbiamo dedicato una piazza alla piccola Giulia, la bambina estratta dalle macerie, unendo il tutto in un solo significato: la nascita di Gesù e la rinascita di Amatrice. Gesù da una grotta, Giulia dalle macerie”.