Donna, straniera, tra i 50 e i 69 anni, di bassa scolarità, in difficoltà economica: è questo il profilo che emerge dallo screening del Centro di riferimento per l’Epidemiologia e Prevenzione Oncologica del Piemonte mirato a promuovere lo sport, e più in generale l’attività fisica, come strumento fondamentale di prevenzione del cancro. Dalla Città della Salute e della Scienza di Torino viene rilanciato il messaggio guida della Giornata Mondiale contro il Cancro che si svolge oggi. “Da anni – spiega Nereo Segnan, direttore della Struttura Complessa Epidemiologia, Screening e Registro Tumori CPO della Città della Salute di Torino – svolgiamo assistenza e ricerca nel campo del controllo del cancro: siamo responsabili del coordinamento del programma regionale di screening dei tumori ‘Prevenzione Serena’ e tra i creatori del Laboratorio della Prevenzione del Piemonte. Inoltre abbiamo contribuito in larga misura alla redazione del Codice Europeo contro il Cancro. La promozione dell’esercizio fisico e’ sempre piu’ centrale tra i nostri obiettivi: siamo impegnati sia in progetti che mirano ad aumentare l’attivita’ fisica nelle persone invitate allo screening, sia nella costruzione di politiche regionali volte a favorire la pratica”.
In Piemonte la popolazione adulta (18-69 anni) si divide in maniera complessivamente equivalente tra sedentari (30%), persone che fanno attività fisica in quantità inferiore a quanto richiesto dagli standard internazionali (37%) e persone attive che fanno attività fisica secondo gli standard internazionali raccomandati (33%). Tra i sedentari il 22% rientra nella fascia d’età 18-34, il 30% in quella 35-49 e il 31% tra i 50 e i 69. Il 31% e’ donna, il 37% con nessun titolo di studio o, al massimo quello elementare, il 29 e 33% ha molte o qualche difficolta’ economica, il 37% e’ straniero. Le ricerche di settore dimostrano che l’attività fisica ha molti benefici positivi per la salute, riducendo il rischio di ammalarsi di cancro, ma anche di soffrire di molte altre patologie e condizioni croniche importanti, tra cui le malattie cardiache coronariche, l’ictus, l’ipertensione, il diabete di tipo 2, le anomalie dei livelli di colesterolo, l’osteoporosi e la depressione.
I dati del programma regionale di Prevenzione (denominato Sorveglianza Passi) registra che tra il 2008 e il 2013 non ci sono state variazione significative nelle percentuali di sedentari e sportivi. Differenze, invece, si osservano – sottolinea Segnan – tra le Asl: i sedentari variano dal 17% nell’Asl di Biella al 43% in quella di To5 (Chieri, Carmagnola, Moncalieri, Nichelino). Il fatto che, in generale, i sedentari siano più diffusi tra le persone con bassa scolarità e con difficoltà economiche, non vuol dire che queste categorie non facciano attività fisica. “Probabilmente – rileva Segnan -per lo svolgimento di attivita’ lavorative che richiedono un rilevante impegno fisico, in questi sottogruppi risultano particolarmente frequenti anche le persone fisicamente attive: 36% tra le persone con scolarita’ bassa e 39% tra quelle con difficolta’ economica. Risulta stazionaria – aggiunge il direttore – anche la prevalenza di persone con 3 anni o piu’ che non praticano sport, ma con un valore decisamente inferiore in Piemonte rispetto a quello osservato in Italia: 30% contro 39%”.